"Finalmente se ne sono andati, non ci posso credere". Cristina non riesce a trattenere l’entusiasmo. L’accampamento di roulotte comparso all’inizio di gennaio a poche decine di metri da casa sua non c’è più. Cristina abita a Villaretto, ex borgo rurale all’estrema periferia nord di Torino. Come gli altri residenti si batte da anni perché il quartiere esca dal cono d’ombra in cui è stato relegato.
"Chi vive qui si sente torinese solo quando c’è da pagare le tasse, per il resto l’amministrazione è come se non ci fosse", annota Cristina. Villaretto è un buco nero sulla mappa di Torino. Le strade qui non hanno un nome. Non ci sono marciapiedi né arredi urbani. Mancano negozi, uffici, luoghi di aggregazione. Non ci sono asili né ambulatori. Per uscire dal villaggio fantasma c’è un solo bus, l’ultima corsa è alle 21. In questo scenario disastrato qualche mese fa è comparso un insediamento abusivo.
"Da un giorno all’altro – ricorda Cristina – è iniziato un viavai di gente mai vista prima, decine di persone che si sono accampate con macchine e roulotte a ridosso del raccordo autostradale, diciamo che l’impatto è stato abbastanza forte". C’è chi sostiene sia stato l’ennesimo effetto collaterale dello sgombero del campo rom di via Germagnano, il più grande della città. Quello che l’amministrazione pentastellata ha rivendicato come un successo, come il punto di svolta della strategia di superamento dei campi rom di marca grillina, in realtà, si è trasformato in un boomerang.
Dopo aver incassato un assegno da mille euro per rientrare in Romania o per pagare un affitto, gli abusivi si sono sparpagliati sul territorio, dando vita ad una costellazione di micro insediamenti informali. Ecco perché la giunta Cirio è corsa ai ripari con un emendamento che a Villaretto è stato risolutivo. "Invece di fargli le solite multe, che tanto non le pagano mai, se non liberano l’area adesso gli sequestrano la roulotte", sintetizza Cristina. La paternità dell’emendamento è dell’assessore regionale alla Semplificazione Maurizio Marrone.
È bastato modificare l’articolo 21 della legge regionale sul turismo itinerante. La norma in questione prevedeva solo il pagamento di una sanzione pecuniaria per chi pernotta in tende o veicoli al di fuori delle aree di campeggio consentite. Con il "ritocco" approvato a fine dicembre, i trasgressori rischiano anche il "sequestro amministrativo del mezzo mobile di pernottamento". Raggiunto telefonicamente dal IlGiornale.it, l’assessore rivendica la bontà della trovata. "La prima applicazione della nostra legge regionale è stata un successo: l’insediamento di camper che si era formato nella borgata già problematica del Villaretto è stato rimosso in poche settimane. L’annuncio da parte della polizia municipale di eseguire il sequestro dei mezzi è servito ad indurre gli abusivi a sloggiare spontaneamente, prima ancora dell’esecuzione".
Insomma, se da un lato il Comune mette mano al portafoglio per onorare le promesse elettorali, dall’altro la Regione inaugura la politica della tolleranza zero. "Auspichiamo di fare scuola per le altre Regioni governate dal centrodestra", spiega l’assessore di Fratelli d’Italia.
Ma c’è davvero una correlazione tra il proliferare di questi insediamenti e le politiche di superamento dei campi rom adottate dal Comune? "È provato che molti dei nomadi protagonisti dei nuovi accampamenti hanno ricevuto assegni dal Comune di Torino, anche a tre zeri, per i rimpatri cosiddetti assistiti che però – denuncia Marrone – non si sono mai verificati, hanno intascato i contributi pubblici spostando le loro occupazioni abusive anche solo di poche centinaia di metri. La giunta pentastellata ha permesso che le istituzioni fossero prese in giro dai nomadi con i soldi dei torinesi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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