Si è concluso in Cassazione con una condanna per stupro un processo durato 17 anni che tra un mese sarebbe caduto in prescrizione. Peccato che nel frattempo lo stupratore sia tornato in Perù, sua terra d'origine, e la ragazzina si sia suicidata.
Come racconta Repubblica.it, la terribile vicenda inizia nel 2000 quando la bambina, nata in Perù, aveva raggiunto la madre a Torino per allontarsi dalla famiglia della zia che la accudiva, dove a partire dai cinque anni veniva molestata dal cugino quindicenne. Arrivata in Italia l'incubo non è però finito. Il patrigno, oggi 50enne, ha abusato di lei per oltre tre anni, dal 2000, quando aveva undici anni, al 2003. La madre della ragazza invece di aiutarla decide di allontanarla da casa. La giovane va quindi a vivere in una comunità ma non riesce a liberarsi dal dolore tanto che nel 2006, poco prima della sentenza di primo grado, decide di togliersi la vita gettandosi dalla finestra di un condominio nella periferia di Torino.
La prima sentenza d'appello arriva nel luglio del 2014. L'anno successivo la Cassazione certifica che alcuni episodi sono ormai prescritti e ordina un nuovo processo d'appello, che venne celebrato nel maggio del 2016, per il ricalcolo della pena. Entro pochi giorni l'intera vicenda sarebbe caduta in prescrizione.
Poche ore fa la condanna definitiva. Il peruviano deve scontare tre anni e mezzo di carcere. Per evitare la pena, tuttavia, lo stupratore è tornato in patria e difficilmente rientrerà in Italia con il rischio di essere arrestato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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