L'orrore su Elisa: "Perché le ho tagliato l'orecchio..."

La donna è stata aggredita con 20 coltellate mentre prendeva il sole sdraiata sul lettino. L’omicida le ha tagliato il pezzo d’orecchio e lo ha conservato in un sacchetto

L'orrore su Elisa: "Perché le ho tagliato l'orecchio..."

Un delitto assurdo quello avvenuto lo scorso giovedì, 24 giugno, nei confronti di una donna, Elisa Campeol, di Pieve di Soligo, che stava prendendo il sole, e alla quale è stato reciso il lobo dell’orecchio. La vittima, una barista di 35 anni, stava prendendo il sole sdraiata su un lettino pieghevole sul greto del Piave, sui bordi sassosi del fiume, nel parco pubblico dell'Isola dei Morti, a Moriago della Battaglia, quando, improvvisamente, è stata raggiunta da una ventina di coltellate che non le hanno lasciato scampo. Il presunto assassino, un 34enne, ha quindi tagliato il lobo della donna e l’ha conservato in un sacchetto.

Il lobo tagliato: "Volevo conservare un ricordo di lei"

L’uomo, costituitosi subito dopo il fatto, avrebbe raccontato al giudice per le indagini preliminari di aver reciso il lobo della sua vittima perché “volevo conservare un ricordo di lei”. Come abbiamo detto, dopo il delitto il presunto killer si è presentato spontaneamente nella caserma dei carabinieri di Valdobbiadene, comune in provincia di Treviso, indossando i vestiti sporchi di sangue, il coltello utilizzato per compiere l’omicidio nello zaino e il sacchetto dove aveva posto il pezzo di orecchio tagliato alla 35enne. L’uomo, che verrà sottoposto a perizia psichiatrica, è stato al momento accusato di omicidio premeditato. Secondo quanto affermato dallo stesso indagato, avrebbe agito casualmente, spinto dal desiderio di “fare male a qualcuno”, uno sconosciuto. I magistrati stanno cercando di capire quale significato possa avere il taglio del lobo dell’orecchio nella mente del killer. Le dichiarazioni del presunto killer sono ora al vaglio del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Treviso, Gabriella Cama.

Elisa è stata colpita dai fendenti, una ventina, su diverse parti del corpo, in particolare al collo e alla schiena. A chiamare il 118 sarebbe stato un appassionato di trekking che seguiva il corso del Piave, arrivato casualmente sul punto del delitto circa un’ora dopo la tragica aggressione, quando la donna sembra fosse ancora viva. Quando però sono giunti sul posto i sanitari del Suem 118, ormai non vi era più nulla da fare per cercare di salvare la giovane. Al momento non vi sarebbero spiegazioni plausibili dell’omicidio. Sembra infatti che l’assassino e la sua vittima non si conoscessero.

Sarebbe stata esclusa la pista della rapina finita male, visto che sul luogo è stata ritrovata la borsa della donna. Esclusa anche l’ipotesi di delitto a sfondo sessuale. Forse, all’origine di tanta violenza, un raptus causato da disagi mentali.

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