L'impressione è che si sia a metà fra il giallo e il thriller nel caso delle ossa umane ritrovate all'interno della cappella di "Maria Santissima Addolorata e Sant’Antonio" nel cimitero di Ugento, un paese di 12mila abitanti in provincia di Lecce. Non c'è nome per i resti rinvenuti e il mistero resta. Le ossa sono state recuperate durante alcuni lavori di bonifica.
Ed è diventato subito un rompicapo capire di chi fossero. La cappella appartiene alla confraternita di “Maria Santissima Addolorata” e a dare notizia dell'accaduto è il quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno". La tomba nella quale sono stati rinvenuti i resti è anonima. A nulla sono servite le indagini interne da quanto si apprende. Perché risalendo ai vari confratelli defunti, non si è riusciti a far corrispondere un nome alle ossa. Il commissario straordinario della congrega Vincenzo Marra ha così lanciato un appello accorato: "Chi sa qualcosa si faccia avanti". Il loculo in questione è il numero 607. Curiosando sul significato spirituale della cifra vien fuori che essa rimanda al trascendente: "Concentrarti sulla spiritualità ti ha messo sulla strada giusta e i tuoi bisogni vengono soddisfatti".
Riuscirà quindi, l'anonimo defunto a trovare una degna sepoltura? La tomba, al momento dei lavori di ristrutturazione, è stata trovata aperta dagli operai impegnati nelle attività cantierizzate. Una macabra scoperta alla quale non è però seguita la soluzione del rebus. Se entro un mese non si sapranno a chi appartengono, quei resti verranno sistemati un ossario comune.
Il mistero della cappella, però, rimane. Perchè quella tomba era aperta? Perchè non si conosce la provenienza di quelle ossa? Chi le ha messe lì? E soprattutto, come si chiamava l'uomo di cui sono stati trovati i resti?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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