Urne ignote: un italiano su 2 non sa ancora per chi voterà

Urne ignote: un italiano su 2 non sa ancora per chi voterà

Vari decenni fa, ai tempi della Prima Repubblica, la gran parte della popolazione conosceva con buona precisione la forza politica che avrebbe scelto di votare, ben prima che fossero indette le elezioni vere e proprie. Era l'effetto del diffuso senso di appartenenza, più o meno ideologica, ai partiti che allora dominavano lo scenario politico, come il Partito comunista o la Democrazia cristiana. Le consultazioni rappresentavano quindi il momento della conferma delle proprie convinzioni radicate, in qualche misura dell'espressione della propria identità politica, senza che la campagna elettorale influisse più di tanto nell'eventuale mutamento di quest'ultima. Tanto che i risultati erano spesso simili di consultazione in consultazione, con variazioni percentuali minime nel supporto di ciascun partito (e, di conseguenza, una più facile prevedibilità del risultato).

Come si sa, oggi la situazione è assai diversa. L'elettorato è divenuto in larga misura «mobile» e «fluido», con la tendenza a mutare spesso e rapidamente - preferenza politica. E la campagna elettorale è divenuta di conseguenza decisiva nella formazione delle proprie opinioni e delle proprie scelte. Attraverso un processo di sedimentazione progressiva degli orientamenti da parte del singolo elettore, sulla base dei diversi avvenimenti e, specialmente, delle affermazioni e dichiarazioni dei vari leader in campo.

Per questo siamo, come molti hanno notato, in una campagna elettorale permanente, nella quale si cerca in continuazione di conquistare via via i consensi dei cittadini, in una competizione continua tra le diverse forze politiche.

A questo stato di cose corrisponde la diffusa indecisione degli elettori su che partito votare alle prossime consultazioni. In altre parole, esaurito il «voto di appartenenza», i cittadini si pongono di volta in volta il problema della propria scelta politica, salvo, nella maggior parte dei casi, disinteressarsi del tutto della questione e rinviare la decisione di voto agli ultimi giorni precedenti quest'ultimo.

Questo quadro, che ormai è caratteristico di tutte le consultazioni a tutti i livelli, si ripropone per le prossime elezioni europee, previste per il maggio 2019.

Un'accurata ricerca effettuata di recente (dall'istituto Eumetra MR, intervistando un campione rappresentativo degli elettori del nostro Paese) mostra come la maggioranza assoluta degli italiani (53%) dichiari di essere oggi ancora indecisa sul partito da votare. Il che suggerisce che l'esito delle consultazioni resti in questo momento ancora molto incerto.

Anche se, per la verità, già il fatto che il 47% affermi di essere già sicuro sin d'ora della propria scelta è in qualche modo significativo. I livelli più intensi di «sicurezza» si trovano tra gli elettori della Lega, tra i quali il 78% appare determinato nella propria intenzione. Il Carroccio si conferma quindi la forza politica il cui elettorato è più «solido» nella propria scelta: è l'effetto anche specialmente - della capacità comunicativa e persuasiva del suo leader, Salvini, e dei temi che sostiene.

Ma la metà restante dell'elettorato non sa ancora che cosa votare. Una quota molto contenuta (9%) dichiara di essere in bilico tra due soli partiti, solo talvolta vicini politicamente: una posizione, questa, più presente tra gli elettori al primo voto. Ma il 44% restante (con un'accentuazione tra le donne e i più giovani, che rappresentano dunque i «target» da conquistare nel corso della campagna elettorale) risulta a tutt'oggi totalmente spaesato dal punto di vista delle proprie scelte di voto.

Questa situazione getta naturalmente una relativa ombra sui risultati dei sondaggi e sulle intenzioni di voto che periodicamente troviamo pubblicati nei media. Inevitabilmente, essi si basano infatti solo sulle risposte di coloro che hanno già deciso cosa votare, senza potere stimare gli orientamenti dei restanti. Pur offrendo un quadro utile per stimare i futuri risultati, essi possono dunque ancora essere soggetti ad importanti variazioni nei mesi che ci separano dalla consultazione «vera».

Insomma, il risultato delle prossime elezioni europee, che pure sono così decisive politicamente, è

ancora molto «aperto» e, da diversi punti di vista, incerto. Come si è sottolineato, esso dipenderà dai modi e dai contenuti della campagna elettorale. Che, come si può rilevare quotidianamente, è già in atto in questi giorni.

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