Il furto da 200mila euro Colpo a casa Fabrizi

In lacrime l'attrice Valeria Fabrizi, ricorda il furto subito pochi giorni fa nella sua casa. 200 mila euro di bottino e la casa completamente distrutta

Il furto da 200mila euro Colpo a casa Fabrizi

Un bottino da 200 mila euro, fatto soprattutto dei ricordi di una vita e tutti i mobili distrutti dai ladri che qualche giorno fa si sono introdotti nella casa dell’attrice Valeria Fabrizi, ovvero Suor Costanza nella fiction “Che Dio ci aiuti”, lasciandole solo la fede del matrimonio che non le è stata sottratta soltanto perché la indossava al dito. “Non ti dico Barbara cosa, maledetti, non hanno fatto, persino i mobili. Io vengo dalla guerra, mi ha ricordato quando ero piccola, che mi portavano a vedere la casa distrutta dalle macerie. Mi hanno sfasciato i mobili, tutto” racconta disperata a Barbara d’Urso.

I ricordi, l'argenteria, che io adoro, la collezione di tutto, non mi hanno lasciato niente. Non so cosa pensare, non ho avuto domestiche su cui avere sospetti, non voglio più nessuno da quando è scoppiata la pandemia cerco di fare le cose da sola. Non credo che sia perché ho fatto un torto a qualcuno, dubito, forse qualcuno che mi ha seguita. Anche i danni ai mobili mi hanno scosso molto, in genere quando i ladri compiono questi gesti non fanno così, almeno così è successo anche ai miei amici. Mi è rimasta solo la fede, quella di mio marito me l'hanno portata via. Non dormo più, mi ha preso male. Sai alla mia età, ottantaquattro anni, quanti ricordi ho. Non li perdono, penso il male per loro. Sono cattolica, faccio la comunione ma non li perdono. Sono una persona che sta attenta, anche agli altri, aiuto tanti, anche nel mio rione, ma questi sono dei mascalzoni

La cosa che più fa star male l’attrice sono ovviamente i ricordi che le hanno portato via del defunto marito, Tata Giacobetti uno dei componenti del Quartetto Cetra che ha sposato nel ’64 e a cui è rimasta vicina fino alla morte. “C’era una collana, che mi aveva regalato mio marito, che io tiravo sempre fuori perché amavo amavo indossarla a Natale.

Così come l’argenteria che non uso durante gli altri mesi dell’anno. Ero molto legata a questi perché quando ero piccola mia madre mi diceva di mettere sempre da parte l’argento, perché in caso avessi avuto fame potevo andarlo a vendere al Monte di Pietà”.

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