"Non è finita qui. Questo è solo l’inizio". Tra le mura vaticane non ci sono dubbi: l'arresto di Paolo Gabriele, l’aiutante di camera di Benedetto XVI accusato di furto aggravato, non è che il punto di inizio di un'inchiesta destinata ad allargarsi.
Si cercano altri "corvi", colpevoli della fuga e della pubblicazione di documenti riservati della Santa Sede e di carte segrete trafugate direttamente dall’appartamento papale. Il maggiordomo di Benedetto XVI, arrestato mercoledì scorso dagli uomini della Gendarmeria vaticana, ha trascorso un’altra notte in cella di sicurezza. Oggi inizia la fase della "istruttoria formale" condotta dal giudice istruttore del Tribunale vaticano, Piero Antonio Bonnet.
Intanto nuovi sviluppi sono nell’aria. Ed è pressoché sicuro che il cerchio si stia stringendo intorno ad altre persone operanti negli uffici vaticani e che si stia esaminando il possibile coinvolgimento anche di alti prelati. Pare che tra i sospettati ci sia anche un cardinale italiano.
Ma Padre Lombardi si è premurato di smentire: "Non c’è nessun cardinale italiano o straniero sospettato, né nessuna donna è indagata". Insomma, ha precisato il portavoce della Santa Sede, "è pura fantasia quanto afferma una presunta intervista pubblicata su un quotidiano".
Il riferimento è ad alcuni
giornali (come Repubblica e La Stampa) che hanno intervistato alcune persone che si sono definite dei "corvi" che agiscono per difendere il Papa e per denunciare il marcio della Chiesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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