Stanno già passando una vita d'inferno: controlli ogni dodici ore, per individuare nei loro corpi qualsiasi piccolo segno del virus. Ora, al ritorno in caserma in Italia, per i soldati americani in missione in Liberia si prospettano ventuno giorni di isolamento.
I cento militari sono partiti dalla base militare di Ederle di Vicenza per occuparsi di allestimento di infrastrutture logistiche in Liberia, in una delle Nazioni dove è più elevato l'allarme ebola. Le procedure prevedono che siano visitati due volte al giorno, per scongiurare qualsiasi contagio. A fine mese e' quindi previsto il rientro a Vicenza, e il sindaco, Achille Variati, ha annunciato in consiglio comunale di aver chiesto al governo che sia impedito qualsiasi contatto tra i soldati americani di ritorno dalla Liberia e i vicentini. I militari dovranno continuare ad essere visitati per due volte al giorno ma, secondo le prime indicazioni del Comune, non potranno uscire dalla caserma per tutto il periodo della possibile incubazione del virus, ossia per tre settimane.
In Liberia i soldati Usa si stanno occupando della costruzione di ospedali e alloggi ma e' evitato qualsiasi contatto con la popolazione a rischio contagio.
Le precauzioni, però, con l'ebola, non possono mai essere troppo poche: al ritorno in Italia «nonci devono esser contatti tra militari e popolazione civile per ventuno giorni», insiste Variati con il Giornale di Vicenza. I soldati «devono essere tenuti in particolare regime di sorveglianza in quel periodo».
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