Vietato il sit-in della polizia nella piazza dove morì Carlo Giuliani

Nei giorni scorsi il Coisp aveva avviato una raccolta firme per togliere la targa in ricordo dell'antagonista morto durante il G8 di Genova

Vietato il sit-in della polizia nella piazza dove morì Carlo Giuliani

La polizia non potrà ricordare quei duri giorni del G8 di Genova in piazza Alimonda. Quella piazza dove il 20 luglio del 2001, durante gli scontri tra black bloc e polizia, l'antagonista Carlo Giuliani venne ucciso da un colpo di pistola mentre stava lanciando un estintore contro una camionetta dei carabinieri. "L’iniziativa in oggetto - ha scritto la questura - viene ritenuta incompatibile sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica sia per la contestualità sia per l’oggetto". Quindi, niente piazza per i poliziotti che dovranno manifestare altrove.

Nei giorni scorsi, infatti, il sindacato di Polizia Coisp aveva annunciato una manifestazione nel luogo dove morì Carlo Giuliani. Il sindacato voleva manifestare "per ricordare quei giorni, per ricordare gli scontri di piazza, le scene di devastazione e saccheggio con il pensiero che un estintore possa diventare un’arma da usare contro le Forze dell’Ordine". Anche il titolo del sit-in era chiaro: "L'estintore come strumento di pace". Per questo, ha aggiunto il questore di Genova Vincenzo Montemango, "l'iniziativa non può non essere percepita come non provocatoria per la memoria di Carlo Giuliani". Inutile ricordare che il processo al carabiniere che ha esploso il colpo è stato assolto per legittima difesa e uso legittimo delle armi in manifestazione. Il processo infatti venne archiviato.

Il sindacato ieri aveva precisato che l'intento della manifestazione era quello di avere "un momento costruttivo dal quale far emergere il G8 genovese in tutta la sua cruda e difficile realtà, evitando che diventi per l'ennesima volta solo un pretesto per accattare le forze di polizia".

Niente da fare. Il Coisp dovrà rinunciare, piazza Alimonda sarà messa a disposizione solo del "comitato piazza Carlo Giuliani" e dei familiari del ragazzo defunto.

Ma Matteo Bianchi, il segretario regionale del sindacato e promotore dell'evento non ci sta e al FattoQuotidiano commenta: "Non mi rassegno a questa decisione antidemocratica perché non accetto l’idea che quella piazza sia utilizzata solo a uso e consumo di una certa visione dei fatti del G8".

Poi conlude: "Quel ragazzo era con un passamontagna e un estintore in mano. Se oggi non fosse morto sarebbe in galera per l’omicidio di un carabiniere".

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