Villaggio, Berlusconi: "L'Italia perde un artista geniale"

Mattarella, Grasso, Boldrini, Gentiloni, Berlusconi, Renzi e Grillo. Il mondo della politica ricorda, commosso, Paolo Villaggio

Villaggio, Berlusconi: "L'Italia perde un artista geniale"

Il mondo della politica piange la perdita di Paolo Villaggio, morto oggi all'età di 84 anni. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di un "attore di talento che ha saputo raccontare con acume ed efficacia vizi e virtù degli italiani". Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, affida a Twitter il proprio ricordo: "Talento comico straordinario ha insegnato a generazioni di italiani a riconoscere i propri tic".

"Ci ha fatto ridere del peggio di noi stessi, smascherandolo e trasformando in comico il lato 'tragico' della vita - osserva il presidente del Senato Pietro Grasso -. Addio a Paolo Villaggio che ha saputo, con il suo talento, farci sentire meno soli nei piccoli e grandi guai della quotidianità". E la presidente della Camera, Laura Boldrini, scrive su Twitter: Addio a Paolo Villaggio e ai suoi personaggi, maschere amare di un certo costume italiano entrato nel nostro lessico e nella nostra memoria".

"Ho appreso con profondo dolore la notizia della scomparsa di Paolo Villaggio - scrive in una nota Silvio Berlusconi -. Io personalmente perdo un amico con il quale ho condiviso esperienze bellissime sul piano umano e professionale. L’Italia perde un artista geniale, che ha saputo regalare una risata a generazioni di italiani, ma anche far riflettere su tanti aspetti del costume, delle relazioni umane, dell’evoluzione della società nell’ultimo mezzo secolo. Paolo Villaggio ha saputo portare nel cinema, nella televisione, nella carta stampata un linguaggio nuovo, brillante, coinvolgente. Era un grande professionista, con il quale lavorare era un piacere. Mi mancheranno la sua ironia intelligente e graffiante, la sua capacità di cogliere il lato comico della vita, la saggezza amara delle sue riflessioni. Soprattutto, Paolo era un uomo libero, un vero anticonformista, che non esitava ad ironizzare su ogni forma di potere, compreso il potere culturale dominante. Anche per questo la sua è stata una grande lezione, di arte e di vita".

"Alzi la mano chi non ha mai riso, sofferto, pensato davanti a un suo personaggio, davanti a una delle sue battute o dei suoi personaggi. Nessuno, non alza la mano nessuno", scrive su Facebook il leader del Pd Matteo Renzi. "Perché Paolo Villaggio è stato capace di questo: portare il proprio talento in casa di tutti gli italiani, anche di quelli che non lo amavano troppo. Questo significa secondo me essere un artista straordinario e per questo, quando sei ai titoli di coda, puoi solo dire grazie, senza retorica".

"Il percorso politico seguito da Villaggio è molto comune in Italia, uguale a quello di molti altri intellettuali", commenta Massimo Cacciari, filosofo, politico e accademico. "Si parte dalla feroce delusione nei confronti della capacità riformatrice, o persino rivoluzionaria, della sinistra storica, per approdare alla sinistra extraparlamentare, poi all'area radicale e infine a una scelta di pura protesta come quella per l'M5S. Un percorso molto banale nel senso di molto diffuso: credo che almeno un quindici per cento di quanti votavano Partito Comunista, negli stessi anni in cui lo faceva Villaggio, ora ha votato M5S".

E Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, commenta così la scomparsa dell'attore. "Un dolore sordo per la morte di Paolo Villaggio, il mio primo pensiero è stato "macché morto, sono balle…". Ho provato lo stesso dolore quando morì Alberto Sordi, sto parlando di due "ultraitaliani". Sordi e Villaggio hanno mostrato il nostro peggio, e per questo avvertiamo un dolore così intenso: nel rappresentarci davano la sensazione di capirci. Eppure erano assolutamente agli opposti: nei personaggi di Sordi era facile identificarsi in quanto italiani. Non era lo stesso per Fracchia e Fantozzi, perché Villaggio dalla sua alienità non esprimeva mai un "volemose bene", non ci ha mai assolti dai nostri peccati. Forse per questo era così inavvicinabile e indecifrabile", aggiunge. Cosa abbiamo perso oggi? Un grande artista che ci rappresentava come tante dualità: esseri che seguono la corrente contorcendosi e che si ribellano all'improvviso, ma senza speranze, contro il padrone drogato di cinema d'essai nella oramai mitologica e sintetica critica alla Corazzata Potemkin che è una cagata pazzesca! .

Un'originalità nel tratteggiarci che lo ha reso una stella, capace di recitare come per ispirazione ultraterrena".

"Buon viaggio immenso Paolo Villaggio! - dichiara il segretario della Lega Matteo Salvini - Altro che 'cinema minore', eri un Numero Uno. Sempre viva la Pina, la Coppa Cobram e il pesce ratto".

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