l governatore della Toscana Enrico Rossi, ne sbaglia una dietro all’altra. E di pari passo anche la sua assessore alla Salute, Stefania Saccardi, che vorrebbe prendere il suo posto a fine mandato. Dapprima si è fatto grande con l’annuncio dell’arrivo di milioni di mascherine FFP3, mai arrivate o arrivate con estremo ritardo nei nosocomi fiorentini. Al loro posto le inutili mascherine chirurgiche, denominate anche “mascherine toscane”, inadatte agli operatori sanitari, al lavoro in prima linea. Perché in questo momento di emergenza sanitaria “dobbiamo utilizzare tutto quello che abbiamo a disposizione”, anche se privo o mancante dell’ultimo timbro, disse. Eh vabbè. Qualche medico dubita pure della veridicità dei numeri della Toscana. Come nel resto d’Italia, anche in Toscana, si sparano date e numeri come al lotto.
“Non credo siano così pochi i contagi – dicono dal San Giovanni di Dio, uno degli ospedali fiorentini convertito a Covid - Torregalli è stato quasi del tutto dedicato al Coronavirus, lo stesso Ponte a Niccheri. D’altronde all’inizio della pandemia la Regione sostenne l’iniziativa di alcune associazioni di appendere per le strade di Prato dei poster con su scritto il Coronavirus "è solo un brutto raffreddore" e "l'epidemia è solo temporanea", “stiamo uniti”. Più di tanto ora Rossi non può dire, altrimenti si contraddirebbe troppo”. Da pochi giorni è arrivata l’ultima “rossata”. Rossi vieta i test rapidi nelle strutture private. Solo i privati convenzionati col sistema sanitario toscano potranno effettuare test sierologici per il Coronavirus in Toscana, perché "data la scarsità di tali test non sono possibili iniziative che non siano tracciabili e che avrebbero uno scarsissimo significato", ha detto Rossi in un videomessaggio su Facebook. “Vogliamo collaborare con il privato ma non possiamo permettere azioni in cui i cittadini vengano turlupinati, e neanche possiamo permettere che ci sia uno spreco di risorse fuori da un quadro di priorità stabilito dalla sanità pubblica". Di contro il direttore della Usl Toscana Centro attiva una convenzione di prestazioni sanitarie per l’esecuzione di esami di laboratorio (biologia molecolare) per l’accertamento Covid-19 con Synlab Med srl un soggetto privato accreditato. Synlab Med srl è uno dei più grandi gruppi europei di diagnostica medica, con tantissime sedi, una delle quali si trova, a Calenzano, Firenze. Il costo dell’operazione per effettuare tamponi rinofaringei è di circa 7 milioni di euro. Notare che la Usl toscana Centro ha quattro laboratori di patologia clinica, all’ospedale S. Iacopo di Pistoia, all’ospedale S. Giuseppe Empoli, al nuovo ospedale S. Stefano di Prato e all’ospedale S. Giovanni di Dio di Firenze. I primi tre laboratori hanno strutture semplici di microbiologia, mentre nel laboratorio di Torregalli, c’è il settore della sierologia. Tutti questi laboratori sono in grado di fare biologia molecolare per competenze e professionalità. Cobas Pubblico Impiego Usl Toscana Centro chiede l’immediato ritiro della delibera che dicono “non era necessaria e pertanto è sospetta. Una ingente regalia all’ennesima struttura privata con soldi tolti al servizio pubblico”.
Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio regionale avanza dei dubbi: “Sull’affidabilità di quei test ci sono molte perplessità. Il fatto che è Rossi ha chiuso un accordo per 500mila tamponi e nonostante il pubblico riesca a farne pochissimi al giorno, vuole il monopolio. Non perché loro li fanno meglio (ci sono laboratori privati in Toscana che hanno insegnato al pubblico) ma per interesse politico. Ha imposto ai medici di base di non fare o limitare al massimo le richieste per i test. E la sinistra non ha votato il documento che abbiamo approvato che diceva tamponi e test per tutti sia nel pubblico che nel privato. Lui fa politica, non l’interesse della gente. E’ solo una questione di ideologia e di interesse”. Entrando nel sito della Synlab Med srl di Calenzano Firenze troviamo dell’establishment delle direzioni di laboratorio e di coordinamento della microbiologia specialisti noti alla sanità pubblica alcuni dei quali in sospetto conflitto di interesse. Non solo, se andiamo a vedere il nome del direttore di quel laboratorio (oggi in pensione) ma attivissimo, scopriamo che questi fa parte dell'organismo toscano per il governo clinico (Otgc) che è un organismo consultivo e tecnico scientifico della giunta regionale, e che è componente dell’ufficio di coordinamento, del comitato tecnico scientifico e della commissione permanente di continuità assistenziale. Se andiamo a vedere il coordinatore della microbiologia della Synlab Med srl è una ex dipendente dell’A.O. di Careggi (da poco in pensione) specializzata nel settore della microbiologia che sembra frequenti il laboratorio di Careggi con una borsa di studio. “L’universalità, l’uniformità del sistema sanitario pubblico regionale toscano, cade ancora una volta sotto i colpi di una cinica svendita del bene salute messa in atto da manager appoggiati da una classe politica in cerca di voti e consensi da parte delle potentissime strutture del privato sociale – dicono i Cobas - E’ questa la Toscana Felix e dell’eccellenza delle cure sanitarie che utilizza i soldi pubblici per indebolire la capacità di risposta del servizio sanitario pubblico, mortificando le tantissime professionalità e competenze presenti nel sistema sanitario regionale, dove l’assistenza e la salute della persona diventano sempre meno un diritto ma solo occasione di profitto”. “Rossi prima fa un'ordinanza con cui mette di fatto uno stop alla possibilità, per gli istituti di analisi privati, di effettuare test sierologici rapidi che potrebbero garantire un vero screening di massa. Poi fa un bando in fretta e furia per ricercare soggetti in grado di fare 15.000 test per il Covid 19, bando che dura 24 ore. Tutto questo non è serio. Noi chiediamo il ritiro di questi provvedimenti confusi, che ledono l'esercizio della libertà di scelta per i cittadini", chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia).
“Questo divieto, tra l'altro, costituisce un appesantimento per la struttura sanitaria pubblica regionale. Ci sono laboratori di analisi toscani, di alto livello - spiega Stella - che hanno strumentazioni in grado di fare test automatizzati, che garantiscono una maggiore precisione a livello diagnostico. Questi istituti sanitari privati hanno centinaia di richieste di poter fare questi test da parte di singoli cittadini, ma anche di aziende che prima di riprendere l'attività vogliono fare uno screening dei loro dipendenti.
E' veramente incomprensibile questa mentalità statalista che vuole escludere i privati, quando invece una sana collaborazione tra pubblico e privato aiuterebbe a rendere più celeri le operazioni di screening". Rossi sì, siamo tutti rossi di vergogna per come viene trattata la sanità toscana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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