Un 44enne fiorentino è finito nelle indagini della polizia postale di Firenze perché trovato a navigare ogni giorno su Tik Tok sotto false sembianze. Nei suoi archivi sono stati trovati selfie di ragazzini che ammiccano con sguardi provocanti mentre intonano l’ultima canzone uscita sul web. E poi scollature e adolescenti che si muovono ballando, a volte in abiti succinti. Il 44enne è solo un esempio, sono infatti molti gli adulti che, fingendosi anch’essi minorenni, riescono a infiltrarsi con l’unico intento di agganciare giovani vittime.Il web è pieno di pericoli, soprattutto per bambini e ragazzini che navigano senza controllo. Il nuovo fenomeno si chiama Tik Tok, un social network cinese lanciato nel settembre 2016. Scaricando l’app gli utenti possono creare brevi clip musicali e video di durata variabile tra i 15 e i 60 secondi ed eventualmente modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari.
Vietato ai minori di 13 anni, spesso però chi si connette è poco più che un bambino. Questo limite di età non viene infatti quasi mai preso in considerazione. In agosto ha superato Youtube, WhatsApp e Instagram per numero di download su smartpone. Circa 750 milioni in soli dodici mesi. Tutti sono comunque potenzialmente pericolosi, nessuno escluso. Di qualche giorno fa la notizia di una chat di classe su WhatsApp che in poco tempo ha raggiunto 500 persone, molte di loro maggiorenni. Un centinaio di ragazzini ha ricevuto sul telefonino immagini e video pedopornografici. Oltre a bestemmie e volgarità di ogni genere. Compito della polizia postale è quello di individuare pedofili e malintenzionati che scorrazzano sui social frequentati da minorenni.
Il pericolo corre sul web
I minori caricano i propri video senza tutele, senza preoccuparsi di pensare a chi potrebbe visualizzarli. Gli account sono pubblici, possono quindi essere visti da chiunque, senza il bisogno, per chi li guarda, di doversi registrare al social. Solo qualche settimana fa un uomo ha contattato un bambino di neanche dieci anni cercando di adescarlo sulla chat di Tik Tok. Tante le sfide, chiamate challenge, che gli adolescenti mettono sul social, correndo molti rischi. Tutto questo può in breve tempo degenerare e aprire le porta a malintenzionati e pedofili.
La trappola della polizia postale
Gli agenti della polizia postale fanno un po’ lo stesso, si mimetizzano usando nomi e identità inventate, certe volte fingendosi ragazzini, altre volte mostrandosi interessati a materiale pedopornografico. Una volta lanciata l’esca, devono solo aspettare che il pesce abbocchi. Il 44enne aveva un profilo anche su Facebook, vicino al suo nome e alla sua foto anche un’immagine di un bambino steso su un letto. Nel 2012 è stato introdotto nel codice penale il reato di adescamento, l’articolo 609 undecies. Questo articolo riguarda anche solo lo scambio di materiale pornografico con minori di 16 anni e rientra nelle violenze sessuali.
La polizia postale cerca da sempre di raggiungere i docenti e i genitori, affinché inizino a controllare i loro alunni e figli. Sempre più infatti sono i ragazzini che finiscono nella rete di adulti senza scrupoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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