Sai cosa vuole dirti il tuo gatto? Ecco il linguaggio segreto in 276 espressioni

Un sorprendente studio ha scoperto come comunicano i gatti attraverso ben 276 espressioni facciali, a differenza delle 44 degli umani e delle sole 27 dei cani

Sai cosa vuole dirti il tuo gatto? Ecco il linguaggio segreto in 276 espressioni

Sono animali meravigliosi, magici, spesso imperscrutabili, ma in realtà i gatti, e lo sanno bene i proprietari degli oltre 35 milioni di felini nel nostro Paese, si fanno comprendere molto bene anche senza parlare. Ora a confermarlo è anche uno studio pubblicato su Behavioural Processes e realizzato dalla psicologa Brittany Florkiewicz, fondatrice dell’Animal Behaviour & Cognition Lab del Lyon College di Batesville e da Lauren Scott, ricercatrice in etologia della University of Kansas, che hanno affermato che i gatti hanno ben 276 differenti espressioni facciali che nascono dalla combinazione di 26 movimenti facciali unici come labbra socchiuse, leccate del naso, baffi protratti o retratti.

Il dato è sorprendente se si pensa che gli umani hanno 44 movimenti facciali unici, anche se i ricercatori stanno ancora cercando di capire in quante espressioni diverse si combinano, mentre i cani ne solo 27, ma come per gli umani anche di questi non si conosce il numero totale. Per studiare le espressioni facciali dei gatti, le ricercatrici hanno usato una tecnica chiamata FACS (Facial Action Coding System), che permette di identificare i movimenti dei muscoli del viso. Hanno escluso quelli legati a funzioni fisiologiche come la respirazione, la masticazione o lo sbadiglio, e si sono concentrate su quelli volontari o emotivi.

Lo studio

Lo studio è nato da un'idea della studentessa di medicina e ricercatrice Lauren Scott che per un anno intero ha filmato le espressioni facciali che i gatti del CatCafè Lounge di Los Angeles rivolgevano ai loro simili in assenza degli umani quando il locale era chiuso. L’esperimento ha prodotto 194 minuti di videoregistrazioni, che la ricercatrice ha poi esaminato con l’aiuto della psicologa evoluzionista Brittany Florkiewicz cercando di codificare tutti i movimenti dei muscoli facciali dei felini.

"A noi interessava osservare questi gatti nelle loro interazioni reciproche: abbiamo studiato 53 individui — 27 femmine e 26 maschi. E poi abbiamo catalogato le loro espressioni, trovandone 276 distinte, tutte associabili a un intento comunicativo perché dirette a influenzare il comportamento del destinatario: abbiamo ignorato quelle configurazioni del viso non rivolte ad altri gatti o legate ad azioni come la masticazione del cibo", raccontano le due studiose.

Sfatiamo i vecchi pregiudizi

Spesso si è portati a pensare che i felini siano animali asociali, solitari che a differenza dei cani non dimostrino affetto, ma questi pregiudizi non solo vengono confutati ma anche smentiti dallo studio: "I mici, hanno una grande varietà di espressioni amichevoli legata al gioco. Un’attività molto importante per tante specie animali, perché utile allo sviluppo e affinamento di capacità motorie, cognitive e sociali. Il gioco però è anche rischioso: quando si gioca ad aggredirsi per finta, si può finire per farsi male. Per coordinarsi efficacemente durante il gioco, l’espressività della faccia è cruciale. Anche se lo stereotipo del gatto lo vede “espressivo” solo quando è minaccioso, i nostri dati mostrano la grande attenzione che, anche attraverso le espressioni, i gatti riservano alle interazioni giocose con i loro simili", spiegano le autrici dello studio.

Capiamo quando sono arrabbiati, ma meno quando sono felici

A parte le fusa, che sono quasi sempre sinonimo di benessere nei felini, le studiose hanno scoperto che nei gatti accanto alle 102 espressioni aggressive - che sono abbastanza manifeste per chi possiede gatti -, ce ne sono 126 amichevoli, oltre a 48 neutre, che riusciamo a comprendere meno e lo studio ne ha spiegato anche il motivo.

"Le espressioni aggressive, o meglio non amichevoli, sono molto importanti tra gli animali sociali, sono una forma di protezione: ad esempio per un lupo ringhiare è uno sforzo muscolare poco dispendioso, che rende manifesta — al lupo destinatario del 'messaggio' — la possibilità di essere morso, permettendogli di predire ciò che potrebbe succedere. Così il lupo che ringhia può ottenere il suo effetto dissuasivo o intimidatorio senza che si arrivi all’aggressione vera e propria in cui uno dei due contendenti potrebbe subire gravi danni. Anche i gatti hanno una ricca gamma di espressioni dissuasive".

Cosa si dicono i gatti

Essendo l'osservazione nata in assenza di interazione umana, ovvero quando il caffè era chiuso, c'è stata la possibilità di capire molto bene le loro espressioni, ma meno il loro significato: "Nel complesso si può dire che i gatti tendono a muovere le orecchie e i baffi verso l’altro gatto durante le interazioni amichevoli. E ad allontanarli durante le interazioni ostili. Anche le pupille ristrette e le labbra che si leccano tendono ad accompagnare gli incontri con i rivali”.

Alcune espressioni, è stato notato, come la bocca all'indietro o la mascella aperta che forma una sorta di

sorriso, risultano molto simili a quelle fatte dagli umani, dai cani e anche dalle scimmie, ma non esiste ancora certezza su questo e proprio lo studio si pone il compito di indagare in maniera più approfondita su questo lato.

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