Sappiamo fin troppo bene che il mondo delle serie tv – soprattutto quello americano – da diverso tempo sta attingendo dalla sua stessa tradizione per cercare di sopravvivere in un mercato competitivo, dove in pochi sopravvivono e in molti finiscono subito nel dimenticatoio. Guardare al passato per pensare al futuro significa "riciclare" e adattare, secondo i moderni usi e costumi, i grandi cult del passato e "rimetterli" a nuovo per un pubblico televisivo più smart e più social. Remake, reboot e newquel sono termini entrati nel nostro uso comune. E sono tante le serie del passato che sono tornate in auge in tv, seguendo questo schema, come Beverly Hills, Melrose Place, i Visitors e molti altri.
Su questo argomento c’è da aprire un discorso a parte con quanto è successo con Pretty Little Liars, la serie teen ispirata all’omonima saga letteraria di Sara Shepard, che dal 2010 al 2017 ha rivoluzionato - nel vero senso del termine - il concetto di drama per adolescenti. A cinque anni dalla sua (giusta) conclusione, in America si è già pensato a un remake.
Con il titolo di Pretty Little Liars: Oginal Sin, lo show è arrivato negli States (e sul network a pagamento della HBOMax, lo stesso di Euphoria e di And Just like that) dal luglio del 2022. Ora i dieci episodi che compongono la prima stagione della serie – una seconda è stata già confermata – arrivano in Italia su Amazon Prime Video il 31 ottobre e proprio durante la festa di Halloween. I toni da dramma generazionale restano e sono la sua caratteristica più importante, ma questa volta la storia si tinge di horror e di mistero dato che le "nuove" Pretty Little Liars devono difendersi da un violento stalker che è in cerca di vedetta. Stesso schema ma con tratti diversi. Il successo è stato assicurato, ma la svolta horror non ha di certo convinto i fan più agguerriti del franchise e ora vi spieghiamo il perché.
Cinque adolescenti e un segreto
Ambientata in una piccola cittadina della Pennsylvania, la storia si concentra su cinque giovani ragazze che vengono prese di mira da un misterioso stalker che invia loro messaggi anonimi con la firma di -A, proprio come nella serie originale. Sembra che le minacce siano legate a un drammatico fatto di cronaca che, ben venti anni fa, avrebbe sconvolto tutta la comunità. E ora i “peccati” del passato, compiuti dai genitori delle protagoniste, si ripercuotono nel loro presente. Cinque amiche, cinque donne dalle caratteristiche molto diverse che si trovano a dover far luce su un segreto che minaccia il presente. Nella serie c’è Imogene, adolescente incinta ma piena di risorse; Tabby che è un’aspirante regista e grande amate dei film horror; Noa, una promessa dell’atletica leggera che è uscita da poco di prigione; Faran, che rincorre il sogno di diventare una ballerina e Minnie, che sfugge da se stessa per non affrontare un trauma subito da piccola. Dicevamo, cinque amiche – non così unite – costrette a difendersi da un pericoloso assassino il quale sta gettando nel panico tutta la città. Nell’arco dei 10 episodi si delinea una storia torbida di un segreto nascosto nel tempo che, però, di fatto non riesce a coinvolgere lo spettatore.
La svolta horror che non fa paura a nessuno
Fin dalle prime immagini del trailer di Pretty Little Liars, in molti hanno creduto di trovarsi di fronte a una serie originale e che potesse giocare con tutti i clichè del drama giovanile per raccontare una storia thriller dalle forti venature horror, con spargimenti di sangue, omicidi efferati e tanti colpi di scena. Purtroppo la serie tv non è niente di tutto questo. Anzi, la vicenda in sé è frammentata e confusionaria, le protagoniste non riescono a “entrare” nella parte e non c’è neanche un briciolo di alchimia tra di loro. L’idea di cavalcare l’onda del successo con facilità non è stata poi di così grande impatto visivo. A questo si aggiunge una durata extralarge di ogni singolo episodio che appesantisce ancora più la narrazione, impedendo al pubblico di restare vigile fino all’ultimo minuto. Pur premiando l’idea di aver mutato il franchise in qualcosa di nuovo, è la forma e la release finale che non convincono.
Un remake di cui non si sentiva il bisogno
Riportare in auge una serie di successo non è mai facile, questo lo si deve ammettere. Sono pochi i remake che hanno avuto vita lunga e che sono riusciti a conservare l’identità della serie originale e a raccontare la vicenda con un punto di vista più moderno. Quello di Pretty Little Liars è una scommessa difficile fin dalla partenza dato che il remake arriva a cinque dopo il finale dalla serie madre. La nuova versione proprio perché arriva a distanza troppo ravvicinata, non riesce a regalare al pubblico un vero e proprio effetto a sorpresa. Di fatti, anche se lo show è stato baciato da ottimi ascolti grazie al passaparola sul web, è stato comunque criticato sia dai fan storici che dalla critica, ottenendo solo il 17% delle recensioni positive.
Perché il “Peccato originale?”
Il nuovo Pretty Little Liars ha un titolo molto particolare. Il "Peccato originale", traduzione di Original Sin, sta proprio a significare il legame che c’è tra passato e presente, tra il mistero che i genitori delle protagoniste hanno cercato di nascondere e la verità che vuole venire a galla. All’inizio, però, e durante le fasi iniziali della costruzione della vicenda, era trapelato in rete una sinossi del tutto diversa da quella che poi è stata scelta per la prima stagione. Imogene, l’adolescente incinta, avrebbe dovuto avere poteri paranormali e il figlio che portava in grembo sarebbe dovuto essere il germe del male. L’idea è stata poi scartata perché in giro già c’era una serie che ha trattato un argomento simile. Vedi Point Pleasant.
Una serie dall’universo condiviso
Creata e sviluppata dal creatore di Riverdale, con la supervisione di Marlene King, Pretty Little Liars è un remake ma è comunque ambientato nello stesso universo della serie madre. La cittadina di Millwood in cui si svolgono le vicende non è poi tanto lontana da Rosewood e Ravenswood, che hanno fatto da sfondo al "primo" Pretty Little Liars. Ma non è tutto, l’autore ha affermato che Origial Sin è ambientato anche nello stesso universo di Riverdale e de Le terrificanti avventure di Sabrina dato che la città in cui si svolge la vicenda è confinante con le altre.
Le riprese durante il lockdown
Ufficialmente, la serie è stata ordinata nel 2020 ma dato che c’erano dei tempi molto serrati di lavorazione, è stata una delle poche che è stata girata durante il
primo lockdown dello Stato di New York. Anche se ambientata nel Pennsylvania, in realtà il set è stato ricostruito a Hudson. Attraverso un permesso speciale, il set ha potuto portare a termine il lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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