Camilleri: “Quando Renzi mi telefonò all’alba per pregarmi di scrivere a Clinton”

Il racconto dal palco del Festival delle Letterature di Roma: “Pensavo che fosse uno scherzo di quei cornuti della Zanzara”

Camilleri: “Quando Renzi mi telefonò all’alba per pregarmi di scrivere a Clinton”

“Un giorno, mentre ero in studio di sabato, intorno alle dieci del mattino, squilla il telefono. Con me c'era la badante moldava, chi non ha una badante moldava...". La folla inizia a ridere ma il bello viene dopo. “Pronto il dottor Camilleri? E' la segreteria di Palazzo Chigi, le posso passare una telefonata? Io chiedo: Di chi? Risposta: Non sono autorizzato a dirglielo. E io: Vabbè ma così facciamo notte!". Alla fine l'addetto al telefono da Palazzo Chigi riferisce che "la persona" è Matteo Renzi da New York. "Guardo l'orologio al muro, anche se sono orbo, è vedo che sono le dieci del mattino, quindi le quattro a New York. Non ho mai visto né conosciuto Renzi, non ci siamo mai scambiati una parola, anzi, io ho scritto qualche qualcosa che sicuramente non gli sarà andato a genio. Allora mi viene una fulminea pensata: questi sono quei cornuti della radio, sono quelli della Zanzara che mi stanno facendo uno scherzo. E allora mi metto in campana, mi quartìo come si dice in siciliano". Andrea Camilleri è sul palco del Festival delle Letterature di Roma, nella magnifica cornice della Basilica di Massenzio. C'è voluto il commissario Francesco Paolo Tronca per riportare il festival nel luogo dove era nato, dopo il trasferimento in piazza del Campidoglio, sede meno apprezzata dal pubblico. Con Camilleri ci sono Renzo Arbore e Lella Costa, a festeggiare i cento libri dello scrittore siciliano più amato dai lettori. Camilleri parla di cultura, di fama e di ironia, con citazioni più o meno dotte: "Ricordati che più vai in alto e più ti si vede il c...", ma il racconto più spassoso è appunto la telefonata di Renzi nel cuore della notte (ora di New York) fatta per pregare Camilleri di scrivere a Bill Clinton. "Buongiorno dottor Camilleri, sono qui a New York e siccome mi è capitata una cosa che mi è molto piaciuta gliela voglio raccontare, spero piaccia anche a lei", avrebbe esordito il premier. Camilleri aggiunge: "Alle quattro del mattino".

Durante una cena a New York, quindi, Clinton avrebbe preso da parte Renzi chiedendogli se poteva informarsi su “una cosa privata”. "Lei lo conosce Camilleri?". "Camilleri chi? Sa dottore –Camilleri imita Renzi al telefono - lì con l'Isis, la guerra". "Lo scrittore", fa Clinton. "Ah il papà di Montalbano!". L'ex presidente statunitense avrebbe espresso quindi stima per l’inventore di Vigata chiedendo a Renzi di farglielo conoscere. Il presidente del consiglio, secondo il racconto di Camilleri, avrebbe spiegato a Clinton che "è una persona molto anziana, è difficile che venga negli Stati Uniti", ma Bill lo avrebbe rassicurato dicendogli che sarebbe venuto lui in Italia a marzo e proponendo di organizzare un appuntamento. Renzi avrebbe quindi concluso la telefonata con Camilleri con una preghiera: "Siccome Clinton mi ha dato la sua email, forse dottore, se gli manda due parole gli farebbe piacere…". È così Camilleri ha scritto una email a Clinton, a cui è arrivata una risposta entro le ventiquattr'ore seguita da una lettera che inizia così: "Caro Andrea!", in cui Clinton aggiunge: "Teniamoci in contatto, non perdiamoci di vista". Camilleri ha poi rivelato come Palazzo Chigi è arrivato al suo numero di telefono: "Ma rimanga tra noi, tra duemila persone".

La segreteria della presidenza del consiglio avrebbe chiamato il questore di Agrigento, "che però è un mio amico e ha detto che il mio numero non ce l'aveva", allora sono arrivati all'assistente Valentina. “Avranno iniziato alle due di notte, per questo Renzi mi ha chiamato alle quattro”.

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