Ecco come uscire dalla crisi

Tre incontri da due giorni ciascuno, per ripensarsi dal punto di vista professionale e relazionale. E' il Laboratorio del Governo di sè, una proposta pratica per il management di oggi e di domani

Ecco come uscire dalla crisi

Metti quindici persone insieme, con un feeling comune, qualcosa che li unisca. Non sai cosa. Portali in un luogo bellissimo, suggestivo, con una grande carica spirituale. Metti due voci profonde, due menti esperte (per non dire illuminate, come ciascuno può essere illuminato nel suo campo di applicazione). Magari un biologo e un artista. O un fisico e un jazzista. Oppure un medico e un atleta avventuriero. O un neuroscienziato e un allenatore di volley. Ed ecco che la chimica fa il suo corso: le persone si incontrano ad un livello più profondo, si interrogano, passano un tempo quasi sospeso fra la riflessione e il puro piacere di ascoltare o di parlare. Se poi i temi in discussione sono quelli che, seppur in modi trasversali, toccano la vita di tutti, come l'intuito, la creatività, il cambiamento, l'empatia, l'allenamento, la resilienza, il modo di prendere decisioni, l'interazione fra emozione e razionalità... allora l'alchimia si completa.

Stiamo parlando del "Laboratorio del governo di sé", una strana creatura, nata tre anni fa da un'idea di Vittorio Dan Segre, in seno all'associazione Ethica con sede ad Asti, che è giunta alla sua terza edizione (inizierà a novembre), grazie al contributo della Fondazione Bosca. Tre incontri all'anno di due giorni ciascuno alla Certosa di San Francesco, sopra Avigliana (Torino), una quindicina fra imprenditori, manager e professionisti, e due "maestri", a discutere e confrontarsi seduti in cerchio, in modo paritario, attorno ad un tema. La chiave del successo di questo seminario sui generis è il suo non essere simile a nulla: non è il classico "coaching" aziendale, non è un seminario accademico, non è un ritiro spirituale new age, ma è semplicemente il modo di trovare uno spazio di riflessione sui grandi temi dell'etica in chiave nuova, grazie all'uso della scienza come guida e mappa interpretativa dell'esistenza. Accanto alla scienza, però, c'è l'esempio di vita vera, vissuta in prima persona da qualcuno che racconta la propria esperienza.

Quando si parlò di empatia e attenzione, nell'edizione dello scorso anno, si confrontarono Pierfrancesco Ferrari, neuroscienziato che studia i neuroni specchio, e Julio Velasco, grande allenatore e ottimo speaker. Sulla creatività e l'intuito fu la volta del biologo Carlo Alberto Redi con il pittore Stefano Faravelli. Dipendenza e cambiamento sono stati trattati da Giovanni Foresti, psichiatra esperto di leadership e dinamiche di gruppo, e da Alberto Vezzoli, colonnello degli Alpini, esperto di strategia militare e capo di diverse missioni all'estero. E ancora si è parlato di allenamenti con l'etologo Leonida Fusani e il pianista Alessandro Marangoni, di resilienze con il medico Paolo Marchettini, responsabile dell'unità di terapia del dolore del San Raffaele di Milano, e con Alex Bellini, l'atleta che ha attraversato a remi in solitaria i due Oceani. E l'ultimo degli incontri, dedicato alle ripartenze, ha incrociato gli sguardi del neuroscienziato Alfredo Fontanini, professore a NY, e di Giuseppe Cederna, attore, rinato come scrittore e viaggiatore.

Questo è lo spirito del Laboratorio del Governo di sé: confondere le acque nella testa dei partecipanti, per poi rischiarare le visioni sul mondo e su sé stessi. Creare e analizzare problemi e trovare possibili vie di soluzione, esistenziale e intellettuale.

Non è una scuola, non è un corso per "imparare" a fare qualcosa (men che meno a vivere!), ma chi vi ha partecipato ha incontrato modi di guardare il mondo differenti ed eccentrici rispetto al proprio. Questa molteplicità di sguardi è la ricchezza di cui forse abbiamo più bisogno.

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