E’ una parola dal gusto retrò, ma tuttora ampiamente in uso: viene riferita a cose “di mediocre qualità e di poco prezzo sia per la materia sia per il lavoro, come appunto le cose che si sogliono prezzare e vendere a dozzine e non separatamente, come avviene delle cose di molto pregio” (Pianigiani). Per il Panlessico dozzinale significa “comunale, di mediocre condizione, di quelle cose che trovansi a dozzine cioè in copia” (alla voce comunale si legge: “consueto, corrente, ordinario”, cioè comune). La parola si diffuse nel Medio Evo, e in tempi di lavoro artigianale le lavorazioni in serie erano sicuramente meno curate. Un uomo “da dozzina” è “ordinario, volgare, da nulla” (Tommaseo).
Ma la curiosità si sposta all’indietro: perché era (è) la dozzina, e non la decina, a formare questa “unità multipla” rimasta tuttora in uso anche presso di noi? Infatti uova, bottiglie, ma anche fazzoletti o calze tuttora si contano, per tradizione, a dozzine. E qui entriamo nel mondo dei numeri, con la loro storia, la loro sacralità, la loro efficienza scientifica. Noi contiamo per decine (sistema decimale) soprattutto perché abbiamo comodamente a disposizione dieci dita. Ma nell’antichità molti popoli, a cominciare da quelli mesopotanici, seguiti dagli egiziani, adottarono il sistema duodecimale, che conta per multipli di 12. Tracce di questo sono giunte fino a noi: le ore del giorno sono due volte 12, dodici sono i mesi dell’anno e quelli della luna, era su base duodecimale fino al 1971 la suddivisione della sterlina inglese; tuttora in Gran Bretagna il piede, unità di misura della lunghezza, si compone di 12 pollici. Da un punto di vista della comodità di calcolo, il sistema duodecimale è considerato più versatile rispetto a quello decimale: infatti, mentre il 10 è divisibile solo per 2 e per 5, il 12 lo è per 2, per 3, per 4 e per 6.
La dozzina, intesa come insieme di 12 unità, resiste dunque come retaggio del passato, e forse non è un caso che tuttora appartenga soprattutto al linguaggio dei commerci. Ma dozzina possiede anche altri significati. Indica un valore approssimativo – una dozzina di persone, una dozzina di giorni – , al pari di miriade, usato per quantità molto più grandi. Dozzina significa anche pensione; stava “a dozzina”, espressione ormai perduta, l’ospite della camera ammobiliata, che spesso all’alloggio abbinava il vitto. Quello dei dozzinanti, in tanti vecchi ospedali, era il reparto la cui retta veniva pagata dal degente, che era detto anche pensionante. Dozzina con questo significato trova ragione, ipotizza il Deli, nel fatto che il canone si pagasse ogni 12 giorni.
Dozzina deriva dal francese douzaine, da douze che vuol dire 12.
Il Tommaseo e altri autori avvertono che la dozzina era riferita solo ai prodotti materiali, perché per le uova, i carciofi, i limoni “dicesi serqua”, sinonimo di dozzina usato per i beni commestibili (dal latino siliqua, baccello).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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