Il settimo giorno Dio creò il lecchino. E lo fece assumere da un ministero

Lo strano essere ha origine dall'autocompiacimento. Senza ossa, al posto dell'anima ha un clistere oleoso. Prospera in tutti i settori, dalla politica al giornalismo

"Gli adulatori" nell'Inferno dantesco secondo il pittore Giovanni Stradano (Stradanus)
"Gli adulatori" nell'Inferno dantesco secondo il pittore Giovanni Stradano (Stradanus)

Per gentile concessione dell'editore, pubblichiamo uno stralcio della breve prosa, inedita in Italia, e risalente agli anni 1922-23, dello scrittore austriaco Robert Musil (1880-1942) dal titolo Il lecchino (Henry Beyle, pagg. 40, euro 20) in uscita oggi. Il volumetto è curato da Elisabetta Dell'Anna Ciancia, che lo ha anche tradotto. Il libro porta una breve nota al testo, "Elogio del lecchino", di Luigi Mascheroni.

In sei giorni Dio creò il cielo e la terra. Nel settimo non creò proprio nulla. Si limitò a compiacersi di quanto aveva già fatto. Eppure anche quel giorno ebbe origine un'altra creatura. Il lecchino. Ebbe origine dall'autocompiacimento.

L'Altissimo Signore voglia considerare - se posso permettermi di sottoporre la cosa alla Sua altissima attenzione - che io in realtà non ho consistenza, esordì il lecchino, e il Signore nella Sua infinita benignità considerò. Collocò il lecchino in un luogo dove non succedeva nulla e dunque neppure al lecchino poteva succedere alcunché: tra i giurisperiti degli imperialregi ministeri. Con cautela gli estrasse dal corpo tutte le ossa, poi gli diede una pelle liscia e tenace come la più fine carta da minuta, e in luogo dell'anima gli infuse un clistere oleoso. Con l'ausilio di questa attrezzatura il lecchino divenne molto gradevole, distinguendosi molto positivamente da un comune leccapiedi. Un leccapiedi lo si calpesta a piacimento, il che tuttavia comporta comunque un sia pur minimo sforzo; chi dispone di lecchini può restarsene comodamente seduto alla propria scrivania, e in questo modo, dunque da seduto, consente al lecchino di penetrare e conquistarsi gl'intimi recessi del suo superiore. Quest'ultimo non se ne accorgerà nemmeno, ma, una volta lì, il lecchino diventerà per lui un piacere irrinunciabile.

Il lecchino è amabile, lo dice già il diminutivo; un «lecca» non esiste nemmeno. Il lecchino non ha mai un'opinione propria, ma sempre quella dei suoi superiori - e, se è particolarmente abile, ce l'ha ancor prima degli stessi interessati. Nei casi dubbi egli compila l'atto in modo tale che vi si possa trovare conferma a ogni e qualsiasi opinione; a questo scopo ha inventato lo stile ministeriale, che è come quando si sbuccia una mela in un'unica lunga spirale e poi la si posa a terra ricomposta: appena uno ci mette il piede sopra ecco che prontamente scivola; ma, ovunque il superiore stia per cadere, lì lo aspetta già il lecchino, che lascia al di lui alto discernimento di abbandonarsi tra le sue braccia.

Uno speciale punto di forza del lecchino è la sua memoria per i precedenti. Nato lui stesso - come si narrava sopra - esclusivamente da pregressi atti di Dio, non conosce cosa al mondo che possa liquidare senza l'ausilio dei precedenti. Mai un lecchino si aspetterebbe dal suo capo una decisione inedita, si trattasse pure di creare il mondo ex novo : saprebbe sempre che il caso si era già presentato, quale fu la soluzione adottata dal consigliere ministeriale XY e come venne accolta. Già, anche per tutte le note personali il lecchino ha dunque una memoria straordinaria; il mondo in sé lui lo disdegna, solo ciò che il tale o talaltro ha detto in proposito nella tale o talaltra occasione può sostituire la pratica, agli occhi del lecchino, in assenza di precedenti documentati. \ Va da sé che una pur minima ruvidezza sarebbe incompatibile con i ragguardevoli avanzamenti ottenuti dal lecchino, poiché questa carriera richiede un'amabilità a prova di bomba.

I grandi successi riportati dai lecchini nell'ambito ministeriale - stando a un'affermazione fatta dall'onorevole L. nel saluto rivolto all'onorevole Wense essi avrebbero, ma questa sarà bene considerarla un'opinione personale del signor L.

, addirittura raggiunto il grado di capodipartimento - hanno concorso alla loro diffusione in tutte le professioni. Oggi ci sono lecchini anche tra i politici, tra gli scrittori, i critici, i giornalisti, ci sono perfino i lecchini della franchezza e della coerenza.

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