"Anna non è una ninfomane, ma una maestra d’erotismo: cerca il contatto con altri attraverso esperienze erotiche nuove e diverse perché ha una carica sessuale fortissima che la spinge a osare sempre di più". È lei la protagonista di "Dissonanze erotiche", il primo volume di una duologia scritta da Luciana Battan, pubblicata da Edizioni Anordest, e in libreria dal 27 maggio.
L'autrice è una maestra della scuola primaria della provincia di Trento, dove è nata e vive col marito e i suoi quattro figli. "Puoi scrivere di Eros anche se sei un'insegnante. Ho dovuto fare un po' di forza su me stessa per superare il pregiudizio. Ma credo nella mia creatura e voglio difenderla", spiega. E tiene a precisare: "Io non sono Anna. In lei però rivedo la mia voglia di vivere e il mio amore per la vita".
La storia è ambientata nella Milano degli anni Ottanta, in piena esplosione del virus dell'Hiv. Anche il marito della protagonista, un antropologo serbo, si ammala. Mentre da mesi è ricoverato all’ospedale Niguarda di Milano, riceve una cartolina da una zingara rumena in cui viene a sapere di avere un figlio, di cui la madre non si può più occupare. Anna, per amore di suo marito, parte alla ricerca del piccolo, prima in Germania poi in Austria, a Vienna. Lei è una donna coraggiosa che, durante il suo viaggio, dovrà affrontare tante difficoltà. E incontrerà tanti sconosciuti coi quali avrà rapporti intimi diversi e sempre più spinti. Sarà un crescendo di ricerca passionale, una smania insaziabile di sperimentare e osare.
Dalle numerose scene "hard" descritte nel libro emergerà un personaggio femminile e tante sue sfumature descritte con una delicatezza quasi inaspettata. Ma nel racconto c'è di più. C'è il dramma della sofferenza del marito, in un'epoca in cui la piaga dell'Aids non solo porta via milioni di vite, ma priva anche la coppia della sessualità. È un aspetto da non sottovalutare. Tant'è che Anna racconta ogni suo incontro al marito, inviandogli cartoline che sono sempre più "infuocate".
C'è soprattutto il tema del viaggio. "I viaggi in realtà sono tre - spiega la Battan - . Quello fisico e storico. Si parte da Milano per arrivare a Vienna in questo volume. Nel secondo il racconto si spingerà oltre, fino al Mar Nero. Il secondo è il viaggio erotico. Anna è una donna vivace e curiosa. E finisce per sperimentare cose anche molto rischiose. Poi c'è il viaggio nella malattia, seppure trattato in maniera marginale rispetto agli altri".
Un estratto del romanzo:
"Restiamo un po' in silenzio, troppo occupati a dare un contorno ai pensieri che ci passano per la testa. Guardo fuori: è ormai notte fonda. Un languorino mi solletica lo stomaco e mi ricordo del sacchetto che mi ha dato Wilhelm. Lo prendo e lo apro. Il rumore della carta che si rompe attira la sua attenzione e la fragranza che ne fuoriesce stuzzica il suo olfatto.
«Offri?», mi chiede sornione senza staccare lo sguardo dalle mie mani.
«Certo!»
Si alza per sedersi al mio fianco. Gli porgo il sacchetto aperto e ci infila una mano senza guardare dentro. Estrae un biscotto glassato di cioccolato al profumo di zenzero e, invece di addentarlo, lo avvicina alla mia bocca.
«Prima te.»
Sorride.
Sta sondando il terreno. Sa che abbiamo molto tempo. Ed io sto al suo gioco.
«Grazie!» e socchiudo le labbra accogliendo l’invito.
Lo annusa lentamente assumendo un’espressione soave così buffa che mi fa sorridere. Poi lo passa piano sulla mia bocca, disegnandone tutto il contorno. Lo lascio fare, presa da questo strano approccio e sporgo la lingua per leccare la glassa. Intanto, lo fisso negli occhi. Ha uno sguardo vivace, anche se piuttosto cupo, che mi circuisce all’istante e mi eccita.
«Muh...», mugugno senza smettere di leccare il biscotto.
«Adesso di più...» e lo spinge in bocca fino a metà. Mi piace l’ardire di quest’uomo che agisce sicuro di sé come sapesse già che donna sia e cosa mi piace degli uomini.
La glassa sopra il biscotto si è inumidita con la saliva, rendendo la pasta un po’ molliccia e molto più lucida. Lo addento, staccandone un pezzo. Lui approva con la testa sorridendo, poi toglie dalla mia bocca il pezzo di biscotto che gli è rimasto in mano e lo infila nella sua. Mastichiamo adagio, ridacchiando. L’eccitazione si fa palpabile e nei suoi occhi leggo l’esaltazione. Il gusto del biscotto mi sembra eccezionale.
«C’è altro?», domanda mentre introduce di nuovo la mano nel sacchetto.
«Non so, cerca.»
Lo lascio rimescolare con le dita finché estrae due ciliegie candite verdi. Le rigira osservandole con curiosità prima di dire: «Ci starebbero bene sui tuoi capezzoli, queste...»"
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