Wilbur Smith: "La vera sfida nei libri è inventare le trame E farle scrivere ad altri"

Wilbur Smith, il più famoso autore di bestseller d'avventura ci racconta il nuovo romanzo e i suoi progetti

Wilbur Smith: "La vera sfida nei libri è inventare le trame E farle scrivere ad altri"

«Conosci il tuo nemico. Studialo a lungo e a fondo, poi colpiscilo con la forza e il veleno di un cobra reale». Questo per tutta la vita è stato il motto al quale è stato fedele Hector Cross, il protagonista di Vendetta di sangue (Longanesi), di Wilbur Smith. Cross è un uomo capace di sopravvivere a qualsiasi tipo di pericolo, un esperto di sicurezza per anni ha messo la sua pistola al servizio del miglior offerente finché non ha incontrato la ricca imprenditrice petrolifera Hazel Bannock. I due hanno fronteggiato insieme situazioni incredibili e dopo essersi studiati a distanza come due felini si sono innamorati e hanno deciso di avere una figlia insieme. Ma qualcuno ha deciso di infrangere per sempre il loro sogno e così Hazel cadrà sotto i colpi della pistola di un misterioso killer e la figlia che ha in grembo (Catherine Cayla) nascerà per puro miracolo nello stesso letto d'ospedale dove la madre morirà. Hector sarà costretto a riradunare i membri della sua Crow Bow Security per dare la caccia agli assassini, guidato unicamente da un sentimento di vendetta e di odio che lo porterà a cercarli da Londra all'Africa in maniera implacabile. Questa in sintesi la trama dell'ultimo bestseller di Wilbur Smith.

E il maestro indiscusso della letteratura d'avventura internazionale capace di vendere più di 120 milioni i copie di suoi libri nel mondo non poteva scegliere un personaggio più granitico per il suo trentaquattresimo romanzo. Un eroe solitario che i lettori avevano già amato per il suo coraggio e sprezzo del pericolo fra le pagine de La legge del deserto (Longanesi).

Signor Smith, Hector Cross è tornato...
«Hector è un personaggio che mi è piaciuto così tanto mentre lo scrivevo - ci spiega lo stesso Wilbur Smith di passaggio a Milano - che ho pensato che meritasse più di un'avventura. È forte e impavido tanto da potere affrontare un leone praticamente mezzo nudo armato solo di lancia e scudo come un Masai. Io di certo non sono mai stato così coraggioso nonostante fin da piccolo sia andato a caccia di belve feroci con il fucile... Io non amo scrivere delle story lines precise per i miei romanzi, metto i miei personaggi nel mezzo delle situazioni e vedo se funziona. Ci sono dei mie colleghi che invece preparano delle scalette rigide delle loro storie, c'è chi persino usa una grande lavagna nera segnandosi tutte le possibili conseguenze delle loro azioni. Io fondamentalmente seguo solo l'emozione e la logica e non metto mai i miei personaggi in scatole preordinate. Forse è per questo che Hector Cross risulta così vivo e fuori da certi schemi. Lo so che lei potrebbe dirmi che un po' in questa avventura assomiglia a James Bond ma io preferisco pensare che sia Bond ad assomigliare a Cross».

Vendetta di sangue ha un solido avvio a Londra e poi parte per l'Africa, quale ambientazione le è più congeniale?
«Io sostengo di essere come un arachide salata e tostata. In me c'è un po' di Africa, America, Inghilterra, persino India. Sono uno che dondola a cavallo fra i continenti è per questo che mi piace raccontarli tutti con lo stesso pathos».

È vero che ha deciso di scrivere una serie di sinossi di sue storie da affidare poi ad altri scrittori?
«Anzitutto devo sottolineare come i miei lettori continuino a chiedermi storie e ora che ho da un pezzo superato i quarant'anni dubito che potrò rispondere alle loro esigenze per sempre. Allora per poter venire loro incontro ho pensato che potevo lavorare in team con altri scrittori. Scrivere i plot di alcune mie storie, le psicologie di nuovi personaggi e poi lasciare che fossero loro a svilupparle. È un esperimento che è stato testato con successo da narratori contemporanei come Clive Cussler e James Patterson ma anche nel passato da Alexandre Dumas. Non so ancora come si svilupperanno questi progetti perché dipenderanno dal feeling che si genererà fra me e gli altri autori. Posso solo dirvi che aspetto quest'evento con gioia e trepidazione».

Quando è nata in lei la passione per la scrittura?
«Mio padre e mio nonno erano narratori di storie avventurose meravigliose e mia madre era una donna molto colta, un'artista e una musicista che mi ha avvicinato alla letteratura. Mi sono trovato in mezzo a storie troppo belle da raccontare che non potevo tenere solo per me. La scrittura è la mia vita e scrivere non mi annoia né mi affatica, per me è come respirare o bere un bicchiere di vino. Fra un libro e l'altro mi riposo facendo viaggi per il mondo ma soprattutto leggendo.

Quando sono alle prese con una delle mie storie non ho il tempo di leggere gli altri. Così quando devo ricaricare le pile leggo soprattutto romanzi storici. Ultimamente mi hanno appassionato le saghe di Bernard Cornwell e Christian G. Cameron».

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