Fu portata in giro per il mondo dalle legioni romane, insieme ai labari, le aquile, i teatri e le terme. Conquistò l'Hispania e poi la Gallia. Dove alla fine del IX secolo fu ripreso dai Normanni che, conquistato il Paese, vennero conquistati dagli usi, costumi e lingua locali. Quindi fu portata oltre la Manica nel 1066 da Guglielmo il conquistatore che la impose ai Sassoni. Infine attraversò l'oceano Atlantico insieme ai Pilgrim Fathers sul Mayflower, approdando nella terra americana. Raramente una parola ha fatto un tale giro del mondo rimanendo sempre uguale, anche se pochi osano impiegarla in una conversazione solottiera. Una parola che trova la sua piena configurazione nel famoso quadro «l'Origine del mondo», di Gustave Courbet. Che ha mille nomi, ma il più diffuso rimane quello antico usato dai romani: cunno.
La parola deriverebbe dal greco "kùvn - kùn'w" (cagna o meretrice) come è rintracciabile in Omero (Iliade 6, 344) e in Euripide (Ecuba, scena dell'Esodo). Dal genitivo greco "kùn'w" derivò dunque il "cunnos" o "cunnus" di Orazio e Catullo, diffuso dai romani già dal secondo secolo avanti Cristo. E se ne trova ancora traccia in alcune parlate calabresi, siciliane o sarde, come "cunno o cunnu". Sempre dal greco deriva un sinonimo altrettanto diffuso in Italia fin dall'antichità "sikon" che significa "fico". Ma mentre quest'ultima, al femminile, ha rimpiazzato la prima, rimanendo però circoscritta ai confini nazionali, l'altra ha girato il mondo.
La troviamo così nell'antica Hispania romana, dove è ancora oggi ampiamente diffusa come "cogno". Oltre a indicare "l'organo genitale femminile" viene anche usata in senso spregiativo per indicare persona di poca intelligenza. Più o meno come in Francia, dove il termine "con" indica sia "L'origine del mondo" sia persona estremamente stupida e nella sua translazione anche cosa assolutamente priva di senso. "Oh Barbara Quelle connerie la guerre" sospira Jacques Prévert in una celebre poesia. Ma in terra Franca piombarono nel IX secolo i vichinghi, uomini provenienti dal nord Europa e per questo chiamati Normanni. Inizialmente si limitarono a mettere a ferro e fuoco il Paese, uccidendo, depredando e razziando, arrivando a devastare Parigi, raggiunta dopo aver risalito la Senna. Poi si installarono stabilmente in una regione che sulla Manica che da loro prese il nome di Normandia.
I normanni presero rapidamente gli usi e costumi francesi e la lingua, compresa quella parola che entrò rapidamente nel loro lessico comune. Erano ormai francesi al cento per cento quando nel 1066, guidati da Guglielmo il Conquistatore attraversarono la Manica e sconfissero i Sassoni nella battaglia di Hastings, portando la loro lingua. Guglielmo parlava infatti francese, come i suoi successori del resto, basti pensare che un secolo dopo, il suo bisnipote Riccardo Cuor di Leone, ancor oggi onorato dai sudditi di Sua Maestà, in realtà non spiaccicava una parola di inglese. La lingua dei conquistatori normanni dunque iniziò ben presto penetrare nel comune discorrere dei popoli sottomessi. Un gran numero di parole "franche" entrò nel vocabolario quotidiano, basti pensare che maiale "pig" diventa "pork" quando è cucinato, mentre molti cavallieri "knights" insieme insieme formano la "cavalry". E così anche il famoso "con" diventa di uso comune, anche se con una leggera storpiatura "cunt".
Ma "cunt" non si ferma. Nel 1492 Cristoforo Colombo scopre per conto dei Re di Spagna le Americhe, anche se dovranno il loro nome a un altro navigatore italiano, Amerigo Vespucci. Dopo la sconfitta della "Armada Invencible" con cui Filippo II credette nel 1587 di sconfiggere la regina Elisabetta, Madrid dovette rassegnarsi a "fare a mezzo" con gli odiati inglesi a cui toccò la parte settentrionale. Un dominio anche culturale che potrebbe trovare una data d'inizio nel 1620 quando i Padri Pellegrini a bordo del "Fiore di maggio" salpato da Plymouth sbarcarono nell'odierno Massachusetts.
Portando una lingua, l'inglese, che ben presto si diffuse in tutto il Nord America, compreso il famoso "cunt". Che potremmo dire, ha per il momento concluso il suo lungo viaggio. Un viaggio iniziato a Roma 17 secoli prima. E chissà che non abbia ancora altra strada da fare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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