Finisce così, o almeno dovrebbe, l'avventura del "marziano" al Campidoglio. Dopo le spese di rappresentanza, le cene con ospiti che dicono di non esserci stati, dopo i Suv di lusso e i vini pregiati, Ignazio Marino dimissionario esce dal palazzo Senatorio dalla porta secondaria.
Come se si nascondesse dalle telecamere, dai giornalisti e, soprattutto, da una Roma che oggi ha ricominciato il suo tran-tran tra metro che non funziona, degrado e sporcizia. Ignazio Marino è uscito stamattina dalla sua casa per dirigersi in Comune. Poi è entrato dalla 'Porta delle Lancèe" in Campidoglio. Ad attenderlo l'Aula del Consiglio Comunale: doveva essere il giorno della formalizzazione delle dimissioni, dell'attacco delle minoranze e anche di quel Pd che lo ha scaricato su ordine di Renzi.
"Game over", scriveva ieri sera in un messaggio il premier. E forse è davvero così. Tanto che la prima Assemblea capitolina di Roma senza sindaco è durata pochissimo. Metafora della brevità della giunta Marino, quella che doveva rivoluzionare la Capitale. Nemmeno il tempo di aprire la seduta che subito è stata chiusa per assenza di numero legale. Questo significa - di fatto - che Marino è ancora alla guida di Roma, anche se il presidente dell'Assemblea ha assicurato che le dimissioni verranno protocollate oggi. In Aula però non sono state discusse per l'assenza dei consiglieri di minoranza. Chissà, forse i consiglieri erano bloccati in metro per un guasto. O forse stavano cercando di parcheggiare la loro Panda rossa in zona Ztl.
In Campidoglio intanto il sindaco ha celebrato un matrimonio di una coppia di amici, Jamie e Matteo. Un modo per sfuggire alla bufera politica che lo ha investito. Alle 11 ha attraversato così la piazza davanti al palazzo Senatorio in mezzo ai giornalisti. Una cerimonia di mezz'ora del tutto blindata. Quando è finito lo sposalizio, Marino è stato fatto uscire dalla porta nel retro. Investiti dai giornalisti, Jasmie e Matteo hanno rilasciato alcune dichiarazioni: "Il momento più bello è stato quando ha recitato una poesia di Neruda sull'amore e questo è stato commovente", ha detto Jamie.
Intanto l'ex assessore e magistrato Alfonso Sabella prova a spegnere le polemiche sulle spese pazze del sindaco di Roma.
Marino, infatti, avrebbe ieri sera staccato il famoso assegno promesso per ripagare quanto speso in cene di rappresentanza. "Si tratta di 19.704,36 - ha precisato l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella lasciando il Campidoglio - L'assegno è stato firmato ieri e consegnato in Tesoreria".
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