Continua il botta e risposta a distanza tra Donald Trump e Jens Stoltenberg. Il segretario generale della Nato aveva già commentato le dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti - che lascerebbe libera la Russia di attaccare i Paesi che non contribuiscono alla spesa per la difesa comune dell’Alleanza atlantica – spiegando che "qualsiasi suggerimento che non ci stiamo difendendo a vicenda, che non abbiamo intenzione di proteggerci a vicenda", minerebbe la sicurezza dei membri del gruppo aumentando i rischi. Sempre da Bruxelles, dove è in corso una riunione di due giorni dei ministri della Difesa della Nato, Stoltenberg è tornato sul tema Trump, sottolineando che l’articolo 5 della Nato, secondo cui un attacco contro un alleato sarà considerato come un attacco a tutti, vale per ogni Paese membro dell’Alleanza. Stati Uniti compresi.
Le parole di Stoltenberg
"L'articolo 5, l'impegno a difendere tutti gli alleati e che un attacco contro un alleato sarà considerato come un attacco a tutti, è il nucleo, il cuore della Nato. E ovviamente questo vale per tutti i nostri alleati", ha affermato Stoltenberg, aggiungendo – in un chiaro riferimento implicito alle recenti esternazioni di Trump - che "qualsiasi suggerimento secondo cui noi non siamo lì per proteggere e difendere gli alleati minerà la sicurezza di tutti e metterà a rischio i soldati o il personale che sono in prima linea".
Il segretario generale dell’Alleanza atlantica ha quindi virato sul deterrente nucleare della stessa Alleanza, ricordando che questo ha funzionato per decenni. "Questo è il deterrente per eccellenza che abbiamo. Naturalmente, dovremmo sempre continuare a dimostrare che questo nucleare rimanga sicuro, protetto ed efficace. Abbiamo concordato procedure per le dottrine di controllo della qualità", ha specificato.
L'importanza della deterrenza nucleare
Nel suo intervento Stoltenberg ha chiarito che il deterrente Nato coincide con uno sforzo congiunto degli Stati Uniti e degli alleati europei che non dovrebbe essere indebolirlo, a meno di non voler creare più incertezza e più spazio per errori di calcolo e incomprensioni. "Quindi dovremmo impegnarci a favore del deterrente nucleare della Nato e non fare nulla per indebolirlo", ha rimarcato, lasciando intendere che l’uscita di Trump era quanto mai fuori luogo e strategicamente pericolosa.
Ma in tutto questo Stoltenberg ha provato anche ad entrare nel merito della provocazione di The Donald, facendo presente che l’Alleanza ha chiesto ai Paesi membri europei di investire di più nelle capacità "e ora gli alleati europei lo realizzando ma questa non è un’alternativa alla Nato".
"Questo è in realtà un modo per rafforzare la Nato. E non dovremmo perseguire alcuna strada che indichi che stiamo cercando di dividere l’Europa dal Nord America. Il punto di forza è che abbiamo un’Europa e un Nord America per arrivare a questo obiettivo nella Nato", ha dichiarato, aggiungendo che "finché restiamo uniti, siamo in grado di inviare a qualsiasi avversario il messaggio che siamo in grado di proteggere tutti gli alleati".
La risposta a Trump
La prima risposta, diretta, a Trump era arrivata nelle scorse ore, nel primo giorno dell’incontro dei ministri della Difesa Nato a Bruxelles. In realtà Stoltenberg aveva tentato di evitare la polemica nel suo discorso introduttivo durante la consueta conferenza stampa, limitandosi a dimostrare - numeri alla mano - come gli alleati contribuissero sempre di più all’Alleanza atlantica e come non fossero quel peso morto di cui i vari inquilini della Casa Bianca si sono lamentati negli anni.
"Da quando è stato assunto l'impegno di investimento nel 2014, gli alleati europei e il Canada hanno aggiunto più di 600 miliardi di dollari per la difesa. L'anno scorso si è assistito a un aumento senza precedenti dell'11%. Quest'anno mi aspetto che 18 alleati spendano il 2% del loro Pil nella difesa. È un altro numero record ed è un aumento di sei volte rispetto al 2014, quando solo tre alleati raggiunsero l'obiettivo. Nel 2024, gli alleati Nato in Europa investiranno un totale complessivo di 380 miliardi di dollari nella difesa. Per la prima volta, ciò equivale al 2% del loro Pil combinato", aveva snocciolato Stoltenberg in difesa degli europei.
In seguito, nel botta e riposta con i giornalisti per le domande, la discussione è virata inevitabilmente su Trump. "Il mio messaggio è che non dovremmo minare la credibilità della deterrenza della Nato. E questo riguarda sia le capacità in cui investiamo, ma anche il modo in cui comunichiamo, perché la deterrenza è nella mente dei nostri avversari. E non dovremmo lasciare spazio a calcoli errati o incomprensioni a Mosca riguardo alla nostra preparazione, al nostro impegno, alla nostra determinazione a proteggere i nostri alleati. E la ragione per farlo non è provocare un conflitto, ma è prevenire il conflitto, come la Nato ha fatto con successo per 75 anni", ha aveva chiarito.
Stoltenberg aveva infine fatto presente che gli Stati Uniti non hanno mai combattuto una guerra da soli. "Hanno sempre combattuto con gli alleati e questo rende gli Stati Uniti più forti.
Dalla guerra di Corea all'Afghanistan, gli alleati della Nato hanno combattuto spalla a spalla con i soldati statunitensi. E dobbiamo ricordare che l'unica volta che abbiamo invocato l'articolo 5 è stato dopo un attacco agli Stati Uniti - l'Afghanistan - l'11 settembre", aveva concluso il segretario generale della Nato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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