Il direttore Salerno: "Per il futuro una fusione di generi. Con l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali come perno"

Il Dal Verme è la casa dell'Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Fondazione partecipata da Regione e Comune

Il direttore Salerno: "Per il futuro una fusione di generi. Con l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali come perno"

Il Dal Verme è la casa dell'Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Fondazione partecipata da Regione e Comune. Maurizio Salerno ne è il direttore artistico e generale. I Pomeriggi sono nati nel 1945, fra le macerie postbelliche, grazie all'impresario Remigio Paone e al critico musicale Ferdinando Ballo. A rincuorarli c'era la ferma convinzione del primo sindaco della Milano liberata, Antonio Greppi che aveva individuato nella cultura la molla della ripartenza, con il celebre slogan «Pane e Musica». Espressione sintetica che sortì la ricostruzione o la nascita di luoghi iconici come la Scala o il Piccolo Teatro.

Nel tempo i Pomeriggi Musicali sono stati la palestra e il trampolino di lancio di artisti poi celebri. Tre su tutti: Claudio Abbado, Riccardo Muti e Riccardo Chailly. Oggi cosa accade?

«Accade che proseguiamo con questa stessa filosofia. Continuiamo a dare spazio ai giovani di talento. Il violinista Giuseppe Gibboni, per dire, si è esibito da noi molto prima di vincere il Concorso Paganini. Oggi è una garanzia ma allora era una scommessa. Altro punto chiave: continueremo a mettere in campo tutte le iniziative possibili per creare il pubblico di domani».

Il Dal Verme ha una lunga storia di teatro polifunzionale. In che direzione intende portarlo oggi?

«L'idea è quella di farne una vera casa della musica per tutta la città, credo che ci sia bisogno di qualcosa che operi a 360 gradi».

Musica a prescindere dal genere?

«Musica con la M maiuscola. C'è un lavoro enorme da fare per passare il messaggio che la musica è bella a prescindere dal genere. Nella classica ci sono capolavori, ma anche titoli meno riusciti, così come vi sono canzoni d'autore bellissime. Bisogna avere una visione aperta, parlare di musica senza stilizzare. Sarà sempre più vitale spaziare».

E i Pomeriggi che ruolo avranno?

«L'orchestra sarà il perno di una costellazione fatta di musicisti non solo di classica, di artisti, intellettuali, scrittori. Si lavorerà per riportare il Dal Verme ad avere un ruolo centrale, l'orchestra sarà l'architrave».

Un'orchestra versatile?

«Un'orchestra capace di interagire con altri generi musicali. Già accade, accadrà ancora di più. La nostra rassegna estiva, per esempio, è intitolata Panorami sonori e presenta quattro appuntamenti dedicati a generi musicali meno frequenti nella programmazione istituzionale, oltre i confini del repertorio classico.

Il concerto inaugurale è diretto dal compositore e violoncellista Giovanni Sollima che proporrà pagine proprie, di Purcell e poi, insieme alla Pfm Premiata Forneria Marconi, altre ancora del repertorio classico rilette dalla storica band, emblema del rock progressivo.

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