Ditelo con un profumo vulcanico (come Luisa) o da elegante Signorina

«Aggiungere profumi al corpo è aggiungere anima o fingere di averne, se manca, una» scrive Guido Ceronetti nel suo affascinante zibaldone intitolato «Il silenzio del corpo» (Adelphi). Coco Chanel diceva invece che una donna senza profumo è una donna senza avvenire. Ecco perché a San Valentino non si può regalare la solita boccetta di profumo: ci vuole qualcosa che abbia una storia da raccontare. Prendiamo il caso di Luisa, prima fragranza del marchio Luisa Spagnoli nato nella seconda metà degli anni Venti a Perugia. Tecnicamente è un chypre vert, appartiene cioè alla più complessa delle famiglie olfattive, quella che mescola la sensualità femminile delle note cipriate con la freschezza preziosa di quelle verdi tipo labdano, patchouli o bergamotto. In poche parole il diavolo e l'acqua santa, un'armonia difficile da creare ma sempre molto interessante. Dietro a Luisa ci sono tre donne e un giovane uomo che ha avuto il buon senso d'inchinarsi al loro volere. La prima donna è Luisa Spagnoli, fondatrice nel 1928 dell'azienda che porta il suo nome, ma prima ancora della Perugina, ovvero della pasticceria di Perugia in cui nacquero sempre grazie a lei, i celeberrimi «Baci» con la graniglia di nocciola nell'impasto del cioccolato. «Con i proventi di quest'impresa finanziò l'allevamento dei conigli d'angora che fornivano la materia prima per le nostre collezioni di maglieria» racconta Nicoletta Spagnoli, bis nipote della formidabile signora oltre che presidente e amministratore delegato dell'azienda. Lei è la donna che ha pensato e voluto il profumo con tutta se stessa forse ripensando alle lezioni di cosmetologia all'università dove si è laureata in chimica e farmacia. La terza donna in gioco è Alexandra Carlin, naso parigino della Symrais (la multinazionale delle fragranze con un fatturato annuo di un miliardo e 700 milioni di euro) che per mettere a punto Luisa ha miscelato oltre 40 ingredienti tra cui la preziosissima rosa Taif. A questo punto entra in scena Carlo Curti, figlio della sorella di Nicoletta e quindi a sua volta discendente della fondatrice. La zia gli ha affidato il progetto profumo e lui l'ha brillantemente portato a termine coinvolgendo il cugino, Nicola Barbarini, nella scelta del packaging. Insomma una gran storia di famiglia paragonabile solo a quella dei Ferragamo che hanno appena lanciato Signorina Eleganza, il più originale dei profumi attualmente in commercio. Contiene infatti pompelmo e pera (note di testa) nuvola di mandorla e petali di osmanto (cuore) patchouli e cuoio bianco (note di fondo).

Fa pensare chissà perché ad Audrey Hepburn in «Sabrina», a Grace Kelly in «Caccia al ladro», alla principessa Diana nei suoi momenti migliori e a Rania di Giordania in visita ufficiale. Donne eleganti per scelta e vocazione, donne incapaci di banalità.

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