«Donne» a Villa Borromeo Trecento opere per un solo tema

Igor Principe

Unica e infinita. Incastonata nel patchwork di Mimmo Rotella, che reinterpreta a suo modo l'icona femminile del Novecento, Marilyn Monroe. O nella dimensione familiare di Enzo Nasso, che ritrae sua moglie da giovane e da anziana. O nell’esotismo dai tratti orientali di Sandro Trotti. Così è la donna in una mostra organizzata dalla fondazione Secondo Rinascimento a Senago, presso il Museo della villa San Carlo Borromeo. Il titolo è quantomai semplice: Donne, in programma fino al prossimo 27 gennaio. «La donna è la prova di verità per una società civile», dice Cristina Frua de Angeli, curatrice dell'esposizione. «Basti considerare un fatto: laddove essa non è tenuta in considerazione, c'è sempre una tirannia. La donna è poi una figura centrale per l'arte occidentale, che prende rilievo con il Rinascimento e si afferma con caratteri specifici, che non si ritrovano in altre culture. Penso al nudo, che non c'è nell'arte cinese malgrado la presenza, in questa, di un filone erotico, e men che meno in quella islamica. Questa mostra intende quindi raccontare e omaggiare la figura della donna per sottolinearne l'importanza per la nostra cultura».
Le trecento opere esposte a Senago ne evidenziano in prima battuta il fascino e la bellezza. Soprattutto quelle realizzate da un nutrito gruppo di artisti russi: Andrei Lyssenko, Valentin Tereshenko, Konstantin Rudakov e almeno altre due dozzine. La fondazione, infatti, possiede la maggior collezione privata di artisti russi del Novecento al di fuori della Russia stessa. Si tratta di circa settemila opere, solitamente conservate in opportuni caveau. Questa mostra è quindi un'occasione importante per ammirarne una buona parte, prima che partano per altri Paesi. «La nostra intenzione è prestare il più possibile le nostre opere, anche all'estero - prosegue Frua de Angeli -. Un quadro deve essere ammirato, non vivere chiuso in custodia». Non meno importante, accanto alla presenza russa, quella italiana.

Ai nomi già citati si aggiungono quelli di Pericle Fazzini, Salvatore Daddario, Orfeo Tamburi, Vincenzo Accade, Vincenzo Vacca. Per alcuni di loro, già esposti in precedenti mostre al Museo della villa, si tratta di un felice ritorno.
Donne al museo di Villa San Carlo Borromeo fino al 27 gennaio

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