MotegiSiamo solo alla seconda gara, ma il motomondiale è già a un punto cruciale della stagione. «Naturalmente non si può parlare di GP decisivo - ammette Valentino Rossi -, ma di gara molto importante sì. Qui la Yamaha va bene: bisognerà sfruttare al meglio questa possibilità, come ha fatto Stoner in Qatar».
La vittoria di Casey in mezzo al deserto ha lasciato il segno, non tanto per il successo in se stesso, ampiamente preventivato alla vigilia, quanto per il modo: Stoner aveva dominato tutti i turni di prove, conquistando poi il gradino più alto del podio con quasi otto secondi di vantaggio su Rossi. Una dimostrazione di forza assoluta, che deve essere in qualche modo arginata. Lo sa per primo il fenomeno della Yamaha che, infatti, non a caso, gioisce per il miglior tempo ottenuto nelle prove libere del GP del Giappone. «In Qatar ero sempre stato costretto a inseguire - conferma Vale - e così diventa importante questo risultato, è bello essere nuovamente davanti. Questa pista non mi piace particolarmente, ma non è nemmeno la preferita di Stoner e bisogna approfittarne». Proprio qui, lo scorso 28 settembre, Rossi conquistò gara e titolo mondiale, l'ottavo, quello della definitiva consacrazione dopo due anni difficili in pista e fuori, dopo un periodo nel quale molti lo davano già sul viale del tramonto. Ma Valentino seppe riprendersi alla grande, dimostrando a tutti il suo valore e la sfida di domenica ha un po' lo stesso sapore della rivincita, perché dopo una sola gara sono già in molti a dire che quest'anno, contro questo Stoner e la sua Ducati, ci sarà poco da divertirsi.
«Questa non è la mia pista preferita - chiude Rossi -, ma sarà importante arrivare davanti a Casey. Comunque calma, siamo solo alla seconda gara, il campionato è lungo». La sfida è bellissima e avvincente, perché tra due fenomeni assoluti: da una parte il campione affermato che ha vinto tutto e non deve più mostrare niente, dall'altra l'unico pilota veramente capace di batterlo, nel 2007, in pista, l'unico che abbia veramente messo in difficoltà Rossi nella sua carriera e che quest'anno ha voglia di riscattarsi dopo gli errori commessi nella passata stagione. È questa la parte bella del motociclismo, che per tutto il resto vive nel caos e nella confusione perenne. In Qatar, la pioggia aveva mandato in tilt l'organizzazione, oggi viene messa sotto accusa da tutti i piloti per le nuove regole, dettate dalla crisi economica, e dal monogomma.
«La situazione è perfino ridicola - attacca Stoner contestando il poco tempo a disposizione per provare -: noi, come i meccanici, i team manager, i commissari di pista e tutti gli addetti ai lavori siamo costretti a essere in circuito già al giovedì, ma al venerdì mattina non si prova: perché? Si parla tanto di mancanza di spettacolo, ma aver ridotto le prove impedisce a chi ha dei problemi di risolverli, impedendogli, di fatto, di essere competitivo».
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