"Il problema del centrosinistra è che per vincere bisogna saltare due, tre o quattro generazioni", urlava Nanni Moretti dal palco di piazza Navona gelando Francesco Rutelli (era il 2002 e il leader dell'Api era ancora nell'Ulivo) e chiedendo ai vertici del centrosinistra, ormai incapaci a "parlare alla testa, all'anima e al cuore delle persone", maggiore autocritica. "La burocratia che sta alle mie spalle - inveiva il regista - non ha capito nulla di questa serata. Noi, mi dispiace dirlo, con questo tipo di dirigenti non viceremo mai. Mi dispiace molto, perchié io continuerò a votare per l'Ulivo che ha dato al centrodestra la maggioranza alle politiche facendo una campagna elettorale timidissima e non cercando l'unità". E gli aveva rinfacciato: "Io non riesco a parlare con quelli Rifondazione, ma fa parte del loro lavoro. Devono parlare con Rifondazione, con Antonio Di Pietro. Facciamo che questa serata non sia stata proprio inutile".
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quella serata. Eppure i vertici del centrosinistra non sono così cambiati. Ci sono nuovi nomi, ma le dinamiche, le alleanze e le liti sono rimaste pressoché invariate. Tanto che Moretti è tornato a bastonare i vertici di via del Nazareno. Sono ormai passati quasi trdici anni da Aprile e quasi dieci da quel famoso "con questi dirigenti non vinceremo mai", e il regista dell'intellighenzia rossa per eccellenza (gran sostenitore dell'Ulivo e promotore dei girotondi) non sembra avere cambiato idea sui vertici di quello che si è evoluto nel Partito democratico fondato da Walter Veltroni. "Mi sembra che nella sinistra italiana vi siano state troppo poche novità in tutti questi anni", ha spiegato il regista in un forum online con i lettori del quotidiano spagnolo El Mundo. "Ci sono troppe lotte intestine, troppi personalismi e troppa paura di affermare un’identità propria - ha sottolineato Moretti - hanno paura anche della propria ombra".
Nel 1998 usciva nelle sale cinematografiche Aprile. E' rimasta scolpita nel cuore del popolo di centrosinistra la scena in cui Moretti, malamente seduto sul divano, si rifiuta di guardare la televisione. "Non mi far vedere che tortura - recitava - che tortura è questa campagna elettorale, speriamo che finisca presto... D'Alema reagisci, rispondi, di' qualcosa... non ti fare mettere in mezzo sulla giustizia proprio da Berlusconi". E implorava: "D'Alema di' una cosa di sinistra, di' una cosa anche non di sinistra ma di civiltà. D'Alema di' qualcosa, reagisci". Da quella pellicola sono passati quasi tre lustri. E il centrosinistra non si è mai riavuto, non si è mai evoluto. Anzi. Chi come Matteo Renzi e i rottamatori ha provato a innovare il Pd dall'interno, è stato messo alle corde. E Moretti è tornato a criticare duramente il suo partito.
Quel suo partito che da più di tredici anni non gli piace, non lo convince, non lo affascina più. E, dopo tredici lunghi anni, sarà - forse - arrivato il momento in cui Moretti potrebbe decidersi anche a cambiare partito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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