È strano da credere oggi, ma i primi fondamentalisti della storia non furono musulmani ma cristiani. La nozione di fondamentalismo, spiega il professor Massimo Introvigne, «nacque nell'Ottocento negli ambienti più conservatori del protestantesimo americano, che furono orgogliosi di definirsi tali: solo un secolo dopo, a metà del Novecento, questa parola è stata estesa alle correnti più radicali dell'islam. Molte idee vennero esposte in una collana di 12 opuscoli intitolata The Fundamentals». La raccolta, redatta da pastori battisti, fu stampata con il contributo di un magnate del petrolio e diffusa gratuitamente come aiuto a controbattere le idee moderniste: una copia microfilmata si trova sul sito che raccoglie l'archivio dell'università di Chicago.
Il fondamentalismo protestante si sviluppò nella Chiesa battista, una confessione legata al puritanesimo del XVII secolo che quindi si rifà allo scisma anglicano più che a quello di Lutero. I battisti reagirono al modernismo e al razionalismo che si diffondevano dopo la fine della guerra civile americana. Spiega Introvigne: «Questa corrente in origine non aveva una connotazione negativa. Si caratterizza per una adesione letteralista alla Scrittura, che si contrapponeva alle nuove interpretazioni dei teologi in tema di filologia, storia, critica, e anche alle teorie dell'evoluzionismo».
Si potrebbe considerarla una rivolta contro la «casta» dei teologi, titolari della vera interpretazione della Bibbia. I fondamentalisti volevano sottrarre la Sacra scrittura a una critica del testo e «blindare» il contenuto della Rivelazione. Il Libro ispirato da Dio non poteva essere analizzato e interpretato come un qualsiasi altro volume alla luce delle teorie evoluzionistiche e dei ritrovamenti archeologici che in parte contraddicevano certi passi biblici. I fondamentalisti protestanti diedero un contributo decisivo alla religiosità conservatrice tipica degli Stati Uniti.
Negli anni '60 il concetto di fondamentalismo in origine legato alla Bibbia fu esteso al Corano e poi è passato a indicare ogni approccio esclusivamente letterale a un testo, con un rifiuto di esegesi e interpretazioni di tipo filologico o critico e una difesa a oltranza dei dogmi consolidati. «Nel mondo cattolico chiarisce Introvigne il fondamentalismo storico non è sovrapponibile, perché il cattolicesimo non è una religione del libro, a differenza del protestantesimo e dell'islam.
Tra i cattolici i primi fondamentalisti si manifestarono tra fine Ottocento e inizio Novecento, quando papa Leone XIII tentò un avvicinamento con la Francia repubblicana e laica e successivamente Pio XI decise di rendere nota la condanna dell'Action française già decisa da san Pio X ma più volte rinviata»: un movimento filo-monarchico che raccoglieva vasto consenso tra i cattolici d'Oltralpe. «Settori conservatori si ribellarono al pontefice per aver avallato la forma di governo repubblicana nata dalla Rivoluzione francese».SFil
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