Credit Suisse respira, vola in borsa e trascina, questa volta positivamente, i mercati di tutta Europa. Dopo che nella giornata di ieri la Banca nazionale svizzera ha messo sul piatto fino a 50 miliardi di franchi di linea di credito emergenziale per difendere la banca di Zurigo, andata incontro a un vero e proprio bagno di sangue nelle contrattazioni, la situazione si è placata.
La Bns utilizzerà 50 miliardi di franchi, paragonabili in valore a 55 miliardi di dollari, per prestiti a breve termine destinati a stabilizzare Credit Suisse dalle buriane del mercato e la banca ha annunciato che metterà sul piatto 3 miliardi per riacquistare parte del proprio debito senior, togliendolo così dal mercato.
L'amministratore delegato di Credit Suisse, Ulrich Körner, ha dichiarato contestualmente all'annuncio del piano che queste nuove misure "dimostrano un'azione decisiva per rafforzare Credit Suisse mentre continuiamo la nostra trasformazione strategica". Credit Suisse ha pagato, più che l'onda lunga del caso Svb, una settimana di tensioni contestuali al suo nuovo piano industriale. Martedì 14 marzo, in primo luogo, la banca ha annunciato il suo nuovo piano e contestualmente rivelato che il suo revisore, la società di consulenza PwC, aveva identificato "problematiche materiali" nella rendicontazione finanziaria del passato, in larga parte lacunosa. Il giorno dopo, ieri, la Banca nazionale saudita, primo azionista di Credit Suisse, ha dichiarato che non sarebbe salita oltre il 10% del capitale, scatenando il sell-off sul gruppo.
L'annuncio dell'intervento della Banca nazionale svizzera è arrivato nella notte di giovedì, con Credit Suisse che ha trasmesso la sua ritrovata stabilità al mercato nella sessione di apertura odierna. A Zurigo, ove è quotata, Credit Suisse ha fatto un balzo record del 40% a 2,37 franchi per azione in in apertura e alle 10 scambiava in crescita del 23,7% a 2 franchi recuperando ampiamente le perdite della vigilia, che ieri si erano estese in certi momenti della giornata fino al 30%. In Italia bene, sulla scia di questo rally, Intesa, Unicredit, Bper e Mps che registrano rimbalzi tra il 2,8 e il 3,6% in apertura. Anche la Commissione Europea vigila da vicino e ha annunciato di star seguendo da vicino gli sviluppi del settore bancario dell'Ue risultando in contatto con le autorità competenti europee e nazionali responsabili della supervisione delle banche.
Ad oggi l'intervento della Bns sembra aver calmato le acque per Credit Suisse e aver aperto a una fase di relativa bonaccia in cui le perdite più gravi delle ultime sessioni possono essere riassorbite. Come scrive il Financial Times, "la lezione di Mario Draghi e di whatever it takes è che il governo controlla la stampa. Un muro di denaro, distribuito correttamente, può assolutamente evitare il disastro. È quindi troppo presto per scrivere un necrologio per Credit Suisse. Nonostante tutti i suoi scandali ed errori, aveva un bilancio solido e liquido a partire da mercoledì, e un marchio forte nella gestione patrimoniale per accompagnarlo", segno che le prospettive di una ripresa esistono.
La dichiarazione pubblica di sostegno della Bns su Credit Suisse ha placato le acque. Del resto, è anche vero che l'Europa non può pòermettersi di vedere un fallimento di una grande banca e l'intervento della Bns è quanto meno obbligato. Come scrive nel suo report odierno Ben Laidler, Global Markets strategist di eToro, "la percentuale dei prestiti bancari delle economie europee è molto più alta rispetto a quella degli Stati Uniti. Le banche costituiscono la fonte della maggior parte dei prestiti alle imprese in Europa, mentre le aziende statunitensi preferiscono di gran lunga rivolgersi al mercato obbligazionario".
Da qui la necessità di tutelare un colosso sistemico come Credit
Suisse per il bene dell'Europa. Le borse hanno reagito profittevolmente. Ora la palla per il consolidamento passa a Zurigo. Con i mercati che hanno mostrato fiducia nella prospettiva di riprendersi del noto gruppo elvetico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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