Dopo un lungo tira e molla i partiti che supportano il governo Draghi sono riusciti a trovare un accordo sul controverso articolo 2 del disegno di legge Concorrenza, vale a dire quello specificamente dedicato all'"efficacia delle concessioni demaniali", che ha di fatto congelato per mesi l'approvazione del ddl.
L'intesa, arrivata proprio negli ultimi giorni disponibili per trovare una soluzione concorde prima di giungere all'ennesima fiducia, già programmata per il prossimo 31 maggio in caso di mancato accordo in Senato, prevede di corrispondere degli indennizzi a tutti quei concessionari i quali, a seguito di una nuova gara d'appalto, dovessero perdere la propria concessione. Indennizzi che, tuttavia, non sono ancora stati quantificati dall'esecutivo, il quale entro i prossimi sei mesi dovrà determinarli con precisione tramite l'emanazione di ulteriori decreti. L'iter non si è pertanto ancora concluso, ma in attesa dei prossimi decreti attuativi ci sarà tempo ulteriore a disposizione per discutere sulle modalità di assegnazione delle nuove concessioni e di risarcimento dei concessionari uscenti. Risarcimenti che, come deciso dal governo Draghi, saranno a carico dei subentranti.
Cosa prevede la bozza
La "definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante" sarà regolata dal governo, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, in coerenza con la normativa europea, in quanto "è delegato ad adottare uno più decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative e sportive", si legge infatti nella bozza dell'accordo riportata da AdnKronos. Tramite suddetti decreti, con lo scopo di valutare l'entità degli indennizzi, l'esecutivo dovrebbe valutare, prosegue la bozza, "criteri uniformi per la quantificazione di canoni annui concessori che tengano conto del pregio naturale e dell'effettiva redditività delle aree demaniali da affidare in concessione, nonché dell'utilizzo di tali aree per attività sportive, ricreative, sociali e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro, ovvero per finalità di interesse pubblico".
I decreti legislativi volti ad "assicurare un più razionale e sostenibile utilizzo del demanio marittimo lacuale e fluviale, favorirne la pubblica fruizione e promuovere, in coerenza con la normativa europea, un maggiore dinamismo concorrenziale nel settore dei servizi e delle attività economiche connessi all'utilizzo delle concessioni per finalità turistico-ricreative e sportive", saranno adottati dall'esecutivo "previa acquisizione dell'intesa in sede di Conferenza unificata e del parere del Consiglio di Stato, nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione degli schemi di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere".
Per concedere la nuova licenza verrà considerato la tipologia di utilizzo del bene pubblico da parte di società o associazioni sportive, "nel rispetto dei criteri indicati", si legge ancora nella bozza dell'accordo. Ai fini della scelta del nuovo concessionario sarà presa in adeguata considerazione "l'esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all'attività oggetto di concessione, secondo criteri di proporzionalità e di adeguatezza e, comunque, in maniera tale da non precludere l'accesso al settore di nuovi operatori", oltre che "la posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l'avvio della procedura selettiva, hanno utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, nei limiti definiti anche tenendo conto della titolarità, alla data di avvio della procedura selettiva, in via diretta o indiretta, di altra concessione o di altre di attività d'impresa o di tipo professionale del settore".
Dovrebbero essere previste, spiega il documento, anche delle speciali clausole sociali, finalizzate a garantire la stabilità occupazionale del personale impiegato dal concessionario uscente, "nel rispetto dei principi dell'Unione europea e nel quadro della promozione e garanzia degli obiettivi di politica sociale connessi alla tutela dell'occupazione, anche ai sensi dei principi contenuti nella direttiva 2006/123/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006".
Le reazioni
"Sono stati fatti passi in avanti che sbloccano la discussione del disegno di legge Concorrenza. In particolare, per noi era fondamentale che venisse accolto, senza definizioni che ne limitassero la portata, il principio degli indennizzi per le imprese che dovessero perdere la concessione", dichiarano in una nota congiunta Anna Maria Bernini e Massimiliano Romeo, capigruppo al Senato di Forza Italia e Lega. Viene introdotta "la possibilità di tempi più lunghi rispetto alla scadenza di fine 2023 in caso di contenziosi o di oggettive difficoltà che si dovessero registrare sui territori", si legge ancora nel comunicato. "Altro aspetto su cui abbiamo lavorato è stato quello della definizione dei caratteri di premialità, fondati: sul riconoscimento dell'esperienza tecnica e professionale già acquisita; sulla natura dell'impresa: micro, piccola o a condizione familiare, che possa trarre dalla concessione l'unica fonte di reddito; sulla tutela dei lavoratori, promuovendone la stabilità e sulla promozione dell'imprenditoria giovanile e femminile". Per proteggere il valore e l'attività delle imprese italiane, proseguono i senatori, "occorre sì cancellare le furbizie, verificando il valore reale delle concessioni, ma vanno assolutamente evitate ingiustizie. Le imprese balneari rappresentano una specificità italiana e Lega e Forza e Italia continueranno a seguire l'iter del provvedimento e dei decreti delegati".
"Si è sciolto questo ultimo nodo sono soddisfatto. Quello dei balneari è uno dei settori di grande sviluppo del Paese che dà opportunità di lavoro, rappresenta il 13% del Pil, è una valvola che abbiamo davanti e che dobbiamo saper cogliere", dichiara alla conclusione dei lavori Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo economico impegnato nella riformulazione dell'emendamento e nel lavoro di mediazione coi partiti.
Emendamento proposto dall'esecutivo dal quale vengono eliminati degli elementi che avevano creato disaccordi tra le forze di maggioranza. Testo da cui, spiega il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni,"è stata tolta la parola residuo che avrebbe messo in difficoltà. È stata inserita una dicitura semplice con tutta una serie di garanzie che consentirà una valutazione degli investimenti scevra da ogni tipo di inflessione e opinione", precisa ancora il parlamentare azzurro. Eliminata anche la parte che apriva le porte a tutti quei soggetti pubblici che già risultano in possesso di una concessione:"Se uno gestiva l’autostrada o il gas poteva venirsi a prendere la spiaggia".
"Forza Italia ha sempre tenuto una posizione responsabile chiedendo un periodo transitorio adeguato prima delle eventuali procedure selettive e poi il riconoscimento degli indennizzi per i concessionari, cancellando di fatto quindi finalmente l'art. 49 del Codice della Navigazione", specifica il responsabile del dipartimento Turismo del partito azzurro. "Farlo digerire a quelle forze politiche che da sempre odiano le imprese, in particolare i balneari, non è stato semplice, abbiamo dovuto alzare lo scontro e chiarire che non avremmo mai votato provvedimenti contro le imprese e il futuro del turismo". Vinta la prima battaglia, spiega Mallegni, bisogna ancora pensare alla prosecuzione della "guerra". "Abbiamo da scrivere i decreti delegati che dovranno uscire dalla penna dei ministri e poi torneranno in Parlamento, con un 'partito delle tasse e della distruzione del turismo e delle imprese' sempre in agguato. Ricordo, però, che avendo ottenuto uno spostamento di fatto al 1° gennaio 2025", conclude il senatore, "avremo anche tutto il tempo di vincere le elezioni politiche del 2023 e allora riusciremo a migliorare ancora di più le cose".
Confermata, inoltre, la possibilità per i Comuni di ottenere deroghe tecniche per la chiusura delle gare d'appalto in caso di contenziosi fino al 31 dicembre 2024 (un anno in più rispetto al termine del 2023 indicato invece dal Consiglio di Stato). In attesa dei decreti che calcoleranno gli indennizzi, la commissione Industria del Senato ha completato l'esame del ddl concorrenza votando quindi il mandato ai relatori. Arriva dunque oggi pomeriggio ufficialmente il via libera all'ultimo emendamento rimasto in sospeso, vale a dire quello relativo alle concessioni balneari, su cui è stato trovato l'accordo di maggioranza proprio in mattinata. Il provvedimento, i cui relatori sono Stefano Collina (Pd) e Paolo Ripamonti (Lega), è in calendario per la votazione in Aula a Palazzo Madama il prossimo lunedì 30 maggio.
L'accordo sulle concessioni balneari "è frutto grande lavoro, in particolare di mediazione, del collega Pichetto con le forze politiche", dichiara al termine della riunione pomeridiana il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. "Ringrazio i relatori Collina e Ripamonti, ancora una volta siamo riusciti a trovare una via che ci consente di continuare a raggiungere gli obiettivi del Pnrr".
Soddisfazione è stata espressa anche dal leader del M5S Giuseppe Conte, che ha parlato coi giornalisti a margine della visita fatta a Civitanova Marche per sostenere la candidata a sindaco della civica Silvia Squadroni. "Abbiamo lavorato per trovare una soluzione ragionevole, che ovviamente tenesse conto della situazione in cui siamo arrivati e desse anche una prospettiva per sbloccare la situazione", dice l'ex premier. "In prospettiva c'è una possibile proroga per le situazioni un pò particolari rimessa alle autorità competenti. Per il resto, anche nel caso in cui si andasse da subito a gara c'è la possibilità di riconoscere gli investimenti fatti e in prospettiva anche un premio per l'avviamento commerciale", aggiunge in conclusione Conte.
"Sono contento perchè viene garantito il fatto che le imprese familiari avranno la garanzia di fare il loro lavoro", dichiara a Roma Matteo Salvini durante l'intervento a margine della cerimonia in ricordo del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. "L'importante è che poi il governo preveda degli indennizzi per chi non vuole o non può continuare. Intanto vinciamo le elezioni e poi se c'è qualcosa da cambiare lo cambiamo l'anno prossimo", conclude l'ex vicepremier.
Positivo il giudizio dell'attuale presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha così commentato il raggiunto accordo durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi:"Oggi molto più sereno dei giorni scorsi dopo aver raggiunto l'accordo sui balneari nel provvedimento sulla concorrenza, l'orizzonte si schiarisce sensibilmente. La legge sulla concorrenza deve essere approvata entro fine dicembre ma occorre approvare ora la legge delega per scrivere i decreti. E anche per gli obiettivi intermedi siamo a un ottimo punto".
La posizione di FdI
"Quello raggiunto dalla maggioranza sulle concessioni balneari è un accordo ridicolo e vergognoso", affonda invece Giorgia Meloni. "Rimandare la questione degli indennizzi addirittura al Governo, con il rischio più che concreto che questi vengano fortemente osteggiati dalla Commissione Europea e non vedano mai la luce, vuol dire lasciare totalmente senza tutele i concessionari attuali, che si vedranno in buona parte espropriate le loro aziende a favore delle multinazionali straniere", si legge ancora nella nota del presidente di Fratelli d'Italia. "Anche perché il Governo ha già dimostrato chiaramente come la pensi sull'argomento, presentando un emendamento che recepisce la forzatura del Consiglio di Stato contro il potere legislativo del Parlamento e addirittura raccontando agli italiani che senza le aste delle concessioni balneari sarebbero saltati 19 miliardi di finanziamenti del PNRR". Una situazione insostenibile, per la Meloni, che attacca l'esecutivo. "Da un governo del genere, e dai decreti attuativi che è chiamato ad emanare, non ci aspettiamo altro che la mazzata definitiva a decine di migliaia di imprese che rappresentano un pezzo fondamentale del nostro turismo. Un tempo andava di moda l'esproprio proletario a vantaggio dello Stato. Ora lo Stato espropria i privati a vantaggio di altri privati, più grandi e più forti. Contro questo scempio Fratelli d'Italia continuerà a battersi in ogni sede", conclude il leader di FdI.
"Siamo incavolati come pantere, è uno scandalo vero e proprio, è un esproprio", attacca anche la senatrice di FdI Daniela Santanchè. "È una vergogna assoluta, una pagina nera per tutti coloro che lavorano", aggiunge in conclusione, "questo governo aiuta chi non lavora, con il Reddito di cittadinanza, e bastona chi investe e fa patti con lo stato, uno schifo".
Per il il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Francesco Lollobrigida si tratta di un accordo inaccettabile. "Rimandare a decreti legislativi la definizione dei dettagli sugli indennizzi per i concessionari balneari uscenti significa confermare la volontà di abbandonare a loro stessi migliaia di imprenditori italiani, di fatto espropriandoli di una attività nella quale hanno investito tempo, progetti e ingenti risorse anche in anni difficilissimi come quelli segnati dalla pandemia", spiega il deputato. Il rischio è che la Commissione europea si opponga agli indennizzi decretati in modo unilaterale dal governo italiano, e che i concessionari uscenti alla fine non ricevano alcun risarcimento. "Il tutto, fatto parimenti gravissimo e stupefacente, con il benestare della totalità dei gruppi parlamentari che sostengono questo esecutivo. Ribadiremo in ogni sede la più ferma e convinta contrarietà di Fratelli d'Italia a un simile scenario e continueremo a batterci al fianco degli imprenditori balneari e delle loro famiglie", promette Lollobrigida.
Le perplessità di Confesercenti
Confesercenti parla di una scelta di compromesso non risolutiva. "Le imprese del comparto balneare restano in una grave situazione di incertezza", spiega Fiba Confesercenti in una nota ufficiale."Il governo ha 'deciso di non decidere', rimettendo nelle mani di futuri decreti legislativi le sorti del nostro settore. Non è sicuramente il provvedimento di cui avevamo bisogno. Avevamo chiesto invece", ricorda l'associazione, "un intervento equilibrato che prevedesse la mappatura delle spiagge, la possibilità di avere la prelazione a parità di offerta e il riconoscimento del valore degli investimenti e dell'avviamento. Unica nota positiva l'inserimento nel decreto degli indennizzi per i concessionari uscenti".
Si tratta, tuttavia, di interventi poco determinanti, specie per il fatto che nessuno avrà il tempo sufficiente per
organizzarsi al meglio. "Anticipare la scadenza delle concessioni dal 2033 al 2023 è stato un bel salto indietro, la nostra vita imprenditoriale è stata improvvisamente accorciata di dieci anni", conclude il comunicato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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