Il quinto presidente della storia ormai trentennale della Fondazione Cariplo sarà Giovanni Azzone, già rettore del Politecnico di Milano. Il presidente uscente Giovanni Fosti (non ricandidabile per aver fatto anche un mandato nella Commissione di Beneficenza) ha chiuso la partita con due mesi d'anticipo rispetto alla scadenza del 28 aprile. Un'operazione riuscita grazie alla costruzione del consenso sulla figura di Azzone, che ha già ottenuto 17 via libera sul totale dei 28 membri della Commissione a cui spetta per statuto l'indicazione del futuro presidente, così come quella dell'intero organo direttivo. Un meccanismo di cooptazione ormai consolidato e studiato a suo tempo da Giuseppe Guzzetti - già presidente dell'ente per 22 anni, dal 1997 al 2019 - per garantire la «stabilità nel cambiamento». E che, di fatto, ha sempre tenuto gli appetiti della politica locale fuori dalle stanze della più grande Fondazione ex bancaria italiana: 8 miliardi di patrimonio, con il 5% di Intesa Sanpaolo e l'1,56% di Cassa Depositi e Prestiti, e una capacità di fuoco di oltre 150 milioni l'anno di erogazioni nei territori di riferimento, in Lombardia e Piemonte orientale.
Così è stato anche questa volta. Nonostante il travolgente successo elettorale, il centro destra, che controlla la Regione e domina in lungo e in largo il territorio di riferimento della Cariplo, non è riuscito a far passare il suo candidato: il bergamasco Ferruccio Resta, altro ex rettore del Polimi, aveva accettato il ruolo di frontman per la Lega, con l'appoggio diretto del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che avrebbe avuto anche il placet del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Ma non quello di Guzzetti, padre nobile dell'ente, e di Fosti, entrambi accreditati di ottimi rapporti con il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, da cui dipende, tra l'altro, la Cdp.
In ogni caso le pressioni della politica alla Cariplo non hanno mai funzionato, soprattutto con il centrodestra, già dai tempi di Giulio Tremonti - che con Guzzetti ingaggiò e perse un lungo duello da superministro del Tesoro nel governo Berlusconi 2 - fino alla staffetta Guzzetti-Foschi del 2019, con Matteo Salvini vice premier del governo giallo-verde.
Chi ha provato a calare dall'alto il governo della Cariplo sulla base di scelte politiche è sempre stato sconfitto dall'autodeterminazione dell'ente stesso. Nonostante la scelta di ben 14 membri su 28 della Commissione sia effettuata sulla base di terne scelte dalle amministrazioni locali, il metodo Guzzetti prevede che il consenso sul presidente sia costruito passo dopo passo partendo dal basso, selezionando i curricula ritenuti più adatti. Un sistema che rigetta ogni imposizione politica che, per sua natura, viene ritenuta inadatta indipendentemente dalla qualità del candidato di turno.
Azzone, ingegnere, classe 1962, vanta un curriculum impressionante sia dal lato accademico, sia come consulente e amministratore, sia da quello istituzionale, con innumerevoli
incarichi di governo all'attivo. Ma anche una solida esperienza accumulata del non profit. Non ultima la presidenza della Fondazione Comunità di Milano, in seno alla stessa Cariplo. Dove lo ha voluto nel 2018 proprio Guzzetti.
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