A Bruxelles le trattative con il governo italiano sulle misure da adottare per sostenere le banche in difficoltà vanno avanti serrate. Ma a Roma Matteo Renzi non riesce a trovare la via di fuga per tamponare l'emergenza. Svelato dal Financial Times il piano del governo per usare soldi pubblici per salvare le banche in crisi, il premier è guardato a vista dall'Unione europea. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha nuovamente richiamato le banche italiane al rispetto delle nuove regole europee sui salvataggi, che prevedono il coinvolgimento degli azionisti e degli obbligazionisti (il cosiddetto bail in) per tutelare i contribuenti.
L'emergenza banche
"Siamo in contatti continui con le autorità italiane". Durante il briefing quotidiano con la stampa a Bruxelles, Ricardo Cardoso, portavoce della Commissione Europea per la concorrenza, risponde, mette in chiaro che la posizione dell'Unione europea non è cambiata. "Non abbiamo altro da aggiungere a quello che ha detto ieri il vicepresidente Valdis Dombrovskis". Il problema, insomma, è tutto italiano. Le sofferenze totali presenti nel sistema bancario italiano ammontano a 200 miliardi di euro. "Con che cosa Renzi pensa di smaltire questa montagna di denaro? - chiede il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta - non basterà certo un secondo Fondo Atlante per risistemare le cose". Occorrerebbe, infatti, un veicolo finanziario di almeno 50 miliardi. Soldi che il governo non ha nemmeno lontanamente a disposizione. "Guardando ai pochi risultati prodotti dal precedente fondo si potrebbe dire che gli azionisti hanno poco da stare sereni", tuona Brunetta ricordando che, con una dotazione di soli 4,25 miliardi raccolti a fine aprile, "Atlante ha provocato una spaventosa crescita di sfiducia verso le banche più deboli, per arrivare fino alle banche di statura europea come Unicredit". Banca Intesa ha già dichiarato che non intende mettere altri soldi sul piatto.
I rischi dei risparmiatori
L'Eurogruppo è stato sin troppo chiaro. "Fino al primo gennaio si potevano sostenere le banche con il denaro proveniente dai contribuenti - ha detto Dijsselbloem all'Aja - ma ora questa possibilità è stata limitata e non vogliamo tornare indietro". Il punto, ora, è capire cosa potrebbe succedere ai risparmiatori. Le norme sul bail in prevedono che i primi 100mila euro del conto corrente siano intoccabili. Oltre i 100mila euro, però, i depositi possono essere decurtati. Secondo la Stampa, a rischiare più di tutti sono gli obbligazionisti. Lo stesso caso si è già presentato con Banca Etruria.
I più esposti sono ovviamenti quelli che hanno investito nel Monte dei Paschi di Siena. L'istituto senese ha messo in circolazione obbligazioni subordinate per 5 miliardi di euro, una cifra sei volte superiore rispetto a quelle di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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