I consigli di amministrazione di Bper, Carige e Banca del Monte di Lucca hanno approvato ieri il progetto di fusione in Bper. La fusione -si legge nella nota congiunta - prende le mosse dall'acquisizione da parte della banca guida da Piero Montani della partecipazione di controllo di Carige, che a sua volta detiene il controllo di Monte Lucca, dal Fondo interbancario di tutela dei depositi e dallo schema volontario di intervento, cui è seguito il lancio di un'offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria sul restante capitale ordinario di Carige e di un'Opa volontaria sulla totalità delle azioni di risparmio, secondo quanto rappresentato nel documento di offerta pubblicato da Bper lo scorso 8 luglio.
Ieri, intanto, Carige ha divulgato i conti semestrali dell'anno con un risultato netto negativo di 221 milioni di euro. A pesare sul risultato sono state soprattutto le svalutazioni per complessivi 205 milioni, dovute «alla revisione delle assunzioni valutative di talune poste contabili nell'ambito del graduale processo di integrazione con la capogruppo Bper Banca ( già previste in sede di acquisizione)», spiega l'istituto ligure.
Tolti gli elementi non ricorrenti, quindi, il risultato del secondo trimestre è negativo per 7,4 milioni, in miglioramento rispetto al risultato del primo trimestre (-8,7 milioni su base comparabile). ll margine operativo lordo dei sei mesi è positivo per 40,9 milioni, confermando, nel secondo trimestre, «il trend di progressivo recupero della marginalità già evidenziato nei periodi precedenti». Un andamento che deriva da proventi operativi per 232 milioni (+14,3% rispetto al primo semestre 2021).
«Il buon andamento della top-line dei ricavi e la continua attenzione al contenimento delle spese - ha commentato il direttore generale di Carige, Matteo Bigarelli - rappresentano le fondamenta su cui costruire il rilancio nell'interesse di tutti gli stakeholder della banca».
Secondo i piani, Carige sarà pienamente parte di Bper entro la fine dell'anno in corso. L'approvazione dei conti è arrivata dopo la revoca del decreto di sospensione delle delibere dell'assemblea, che comprendevano la nomina del cda, decisa dal Tribunale di Genova. A chiederla era stata la famiglia Malacalza, ex azionista di riferimento che riteneva il cda illegittimo. Il Tribunale però gli ha dato torto e il board è tornato operativo.
Carige, nel suo portafoglio crediti, ha un'incidenza una incidenza di quelli deteriorati netti pari al 2,6%. Gli indicatori di solidità patrimoniali indicano che il cet1 ratio fully phased è al 13,1%, mentre il total capital ratio fully phased al 15,6 per cento.
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