In Carige la banda degli "spalloni"

I traffici con la Svizzera, le talpe e i nomi in codice. L'imbarazzo di Abi e Acri, che prendono tempo

In Carige la banda degli "spalloni"

Spalloni che attraversavano la frontiera con la Svizzera carichi di banconote, colloqui telefonici cifrati, talpe in Procura e tra le forze dell'ordine. Nell'inchiesta per truffa che ha fatto scattare la manette per l'ex presidente di Carige e vice presidente dell'Abi Giovanni Berneschi, c'è abbastanza per ispirare un nuovo Romanzo Criminale. Non stiamo parlando, sia chiaro, della sostanza delle accuse, ma del clima che vigeva tra i «congiurati»: nelle intercettazioni l'ex dominus di Carige, che sarebbe stato a capo del «comitato d'affari» al centro di compravendite immobiliari dai prezzi gonfiati, diventa «il Magro», la sua spalla Ferdinando Menconi (ex presidente della controllata Carige Vita Nuova) «Testa di pera» e le operazione concluse «le ragazze» o « le vecchie». I due banchieri sono agli arresti domiciliari, perché gli inquirenti ne temono la fuga o l'inquinamento delle prove. Senza contare che, oltre alle cinque persone già in carcere, ci sarebbero un'altra decina di indagati. I reati contestati sono infatti pesantissimi: associazione a delinquere, truffa e riciclaggio. Le fiamme gialle hanno già sequestrato 21 milioni. Secondo il Gip, Berneschi & C. sarebbero stati inoltre pronti a mettere le mani nella complessa vendita delle due controllate delle polizze Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova, a suo tempo volute dallo stesso banchiere «re» di Genova.

L'inchiesta è partita da un'ispezione di Bankitalia, che ha poi spedito a Genova Piero Montani come «plenipotenziario» allo scopo di salvare la banca, e dalla lotta intestina che lo scorso anno aveva visto opposti lo stesso Berneschi con l'allora presidente della Fondazione Carige, Flavio Repetto. Quanto sta accadendo sotto la Lanterna rappresenta però una ferita sia per le Casse di Risparmio, che insieme alle Popolari sono le «banche di territorio» per eccellenza, sia per l'intero sistema del credito. Perché, come detto all'inizio, Berneschi siede al vertice dell'Abi, l'associazione che cura la lobby delle banche, come peraltro prima di lui Giuseppe Mussari, che ha lasciato la presidenza di Palazzo Altieri solo poco prima di essere travolto dallo scandalo del Monte Paschi.

«Le responsabilità sono di singoli e non di organismi associativi», ha ribattuto ieri il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, limitandosi a dichiarare «inquietudine» e «fastidio» per l'arresto di Berneschi. Ancora più «politica» la reazione del presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, già alle prese con l'inchiesta Ubi che vede coinvolto l'amico e presidente di Intesa, Giovanni Bazoli: «Non ho mai protetto Berneschi perchè è sufficientemente grande per difendersi da solo».

Se i magistrati hanno ragione, il caso Carige come già la ex Popolare Lodi di Gianpiero Fiorani, dà però l'idea di quello che può fare la Vigilanza e sarà un boomerang per la reputazione di tutte le banche, già ferite da 160 miliardi di sofferenze, proprio mentre si avvicinano gli stress test e langue il rinnovo del contratto.

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