I titoli del lusso tornano a crescere dopo il lungo stop imposto dalla pandemia che ha cambiato radicalmente il settore. Uno scenario nuovo che oggi impone, se si vuole cavalcare la ripresa in Borsa, una attenta selezione basata su due variabili: la presenza in Asia e il livello tecnologico che ne caratterizza il business. «Il 2020 spiega Alessandro Allegri, ad di Ambrosetti Sim - passerà alla storia come uno degli anni più difficili per numerosi settori, e quello del lusso e della moda è stato certamente tra i più colpiti. Questo comparto vive infatti di mobilità e fisicità e i lockdown lo hanno messo a dura prova, ma ora il potenziale ritorno alla normalità e il contesto macroeconomico favorevole ne sta favorendo la ripresa».
COME È CAMBIATO IL SETTORE
Tuttavia il settore appare profondamente cambiato. La pandemia ha rimodellato l'intera industria della moda e del lusso: «sono cresciuti, con l'arresto dei flussi turistici, i consumi locali, la domanda ha subito un cambiamento strutturale e con essa le esigenze dei consumatori», spiega Allegri secondo cui «c'è stato nella moda un declino dell'abbigliamento formale in favore di capi più casual e la rinascita del mercato dell'usato con la conseguente riduzione della produzione. Nonché l'esplosione degli ecommerce, unico canale durante i lockdown. Infine, è cresciuta l'attenzione dei consumatori per la sostenibilità anche nell'ambito dei gioielli, settore già alle prese con l'inflazione delle materie prime». Dunque, integrazione tra store fisico e piattaforma digitale, attenzione maggiore ai desideri dei consumatori e sostenibilità sono solo alcuni degli elementi fondamentali che traineranno le aziende del settore Fashion & Luxury.
I TITOLI DA CAVALCARE
ll 2021 sarà l'anno del riequilibrio, della ripresa graduale e trasformazione. Ma quali occasioni cogliere nell'attesa? «Aumenti nelle vendite si sono già riscontrati in alcune aree geografiche, in particolare nell'AsiaPacifico, mercato dove si prospetta avvenire nei prossimi mesi la crescita maggiore per questo comparto» spiega Ambrosetti Sim. In un rapporto di Bain & Company si stima che la crescita del mercato dei beni di lusso nella Cina continentale nel 2020 sia stata del 48% e che il Paese vedrà raddoppiare la sua quota del mercato del lusso globale. La spesa per beni di lusso in Cina, in percentuale della spesa del lusso globale, dovrebbe salire di oltre il 20% tra il 2020 e il 2025, per cui il Paese potrebbe diventare il principale mercato entro il 2025. Dunque, gli investitori che vogliono scommettere su questo settore non devono ragionare in maniera generalizzata, ma devono puntare ad aziende specifiche che sono presenti sul mercato asiatico, che usano i canali digitali e che riescono in maniera sempre più smart a rispondere a tutte le differenti esigenze del consumatore», aggiunge Ambrosetti Sim che seleziona tra le opportunità del momento Tod's, Lvmh, Ferragamo, Brunello Cucinelli, Cartier (Compagnie Financière Richemont). Non solo. «Il 2020 ha accelerato molto l'ascesa dei consumatori più giovani, Millennial e Generation Z, che rappresenteranno oltre due terzi della crescita del mercato dei beni di lusso dal 2019 al 2025. La maggiore diffusione dei canali di distribuzione online aprirà questo mercato ai consumatori più giovani e tecnologici che definiranno le future tendenze del mercato, in particolare sul fronte della sostenibilità, dell'ambiente, della diversità e dell'inclusione», spiega Swetha Ramachandran, Responsabile del fondo Gam Luxury Brands Equity. In quest'ottica, molte società si stanno sforzando di diventare più agili con l'adozione di tecnologie all'avanguardia, come la recente creazione dell'Aura Blockchain Consortium che coinvolge Lvmh, Prada e Cartier, e potrebbe aprire la strada a ulteriori iniziative a livello di settore.
«Credo ha aggiunto - che il mercato stia sottovalutando i progressi che Ferrari ha già fatto verso l'adozione dei veicoli ibridi e l'elettrificazione. La spinta dei confini dell'innovazione dei materiali attraverso Re-Nylon ha ridato invece slancio al marchio di Prada tra i consumatori più giovani».
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