Controlli sul bancomat: ecco come agisce il Fisco

L'Agenzia delle entrate sta investendo in particolar modo su questo genere di verifiche

Controlli sul bancomat: ecco come agisce il Fisco

Tracciabilità delle operazioni economiche e controlli da parte del Fisco: anche i Bancomat finiscono nel mirino dell'Agenzia delle Entrate, che su questo genere di verifiche sta insistendo in modo particolare nel biennio 2020/2021.

Strumento privilegiato dei contribuenti italiani, che lo utilizzano quotidianamente per effettuare prelievi di contanti, pagamenti di ogni genere ed operazioni di verifica di movimenti e saldo, il Bancomat diventa per l'Erario fonte primaria a cui attingere per ottenere preziose informazioni di tipo fiscale.

I controlli sono effettuati tanto sui prelievi quanto sui risparmi. Per quanto concerne la prima tipologia di verifiche, vengono passati al setaccio gli importi di denaro contante prelevati e la quantità di operazioini effettuate sul conto corrente del contribuente, in genere su base mensile. Anche i "non prelievi" o risparmi interessano decisamente l'Agenzia delle Entrate, specie quando un contribuente non effettua (o effettua scarsamente) prelievi o pagamenti elettronici per saldare bollette, affitti o spese indispensabili per la sopravvivenza.

Ma quali sono i campanelli d'allarme che allertano il Fisco e possono far tremare i contribuenti italiani? Per chi ha un'attività commerciale, il prelievo di contanti al bancomat è sempre sotto la lente d’ingrandimento del Fisco quando si supera la soglia dei 1000 euro giornalieri e dei 5mila mensili: il contribuente deve sempre fornire giustificazione circa l’utilizzo del denaro, fornendo indicazione della spesa effettuata in contabilità.

Per tutti gli altri i controlli risultano più serrati sui versamenti, tanto quelli effettuati allo sportello, quanto al bancomat o tramite bonifico, ma resta comunque definita una soglia limite di 10mila euro al mese, superata la quale parte direttamente la segnalazione all'Unità di informazione finanziaria (Uif) presso la Banca d’Italia. Questo, ovviamente, accade anche nel caso in cui i prelievi, per un valore complessivo superiore a detta cifra, siano frazionati in più operazioni: scatta così l'allarme per il rischio di riciclaggio di denaro sporco.

Il Bancomat è strumento di controllo non solo relativo all'uso di contanti: anche le operazioni di pagamento effettuate tramite esso devono rispettare dei parametri: i contribuenti che spendono più del 20% di quanto guadagnano devono rendere conto all'ufficio delle imposte e dimostrare che le spese extra sono state effettuate attingendo a redditi non dichiarati perché esentasse o tassati alla

fonte. C'è poi il caso delle detrazioni fiscali, per usufruire delle quali, in maggioranza, è d'obbligo proprio il pagamento con strumenti tracciabili: anche questo diventa oggetto di verifiche del Fisco.

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