Solo 6 imprese su 10 intendono riaprire il 18 maggio, giornata della ripresa. Tra queste attività ci sono negozi, bar e ristoranti. Molti di loro hanno però il timore di non lavorare come prima e la preoccupazione di non riuscire a rispettare le misure di sicurezza.
È quanto emerge da un’indagine realizzata da Swg per Confesercenti su un campione di imprenditori del commercio al dettaglio e della somministrazione. Stanotte è stato approvato il decreto legge quadro sul secondo step della riapertura, con le misure da mettere in atto da lunedì. Raggiunto quindi l’accordo tra governo e Regioni.
Il sondaggio
La ricerca ha messo in luce che gli imprenditori intenzionati ad aprire il 18 maggio sono il 62%, mentre il 27% ha già deciso di rimanere chiuso. Il restante 11% è incerto e deciderà in questo weekend.
Tra i titolari che non apriranno, il 68% sostiene come motivazione principale la mancata convenienza e il 13% è scoraggiato dalla questione della sicurezza, legata anche ai relativi provvedimenti. A questo proposito, 8 negozi e pubblici esercizi su 10 dichiarano di non essere riusciti a ottenere le mascherine al prezzo stabilito dalla legge. Ed è solo un esempio perché gli operatori del settore dovranno adeguarsi anche con gli interventi di sanificazione e con gli altri dispostivi di protezione individuale.
A livello generale, aumenta l’ansia di non essere in grado di superare la fase difficile. Basti pensare che il 36% degli degli imprenditori teme di chiudere l’attività e il 41% crede di essere a rischio se dovessero verificarsi inattesi prolungamenti dell’emergenza. Si tratta di numeri in crescita, rispettivamente del 4 e del 6%, rispetto alla precedente rilevazione del 14 aprile. Moltissimi imprenditori, circa l’82% del campione, sono comunque preoccupati per il futuro.
Confesercenti
Confesercenti sottolinea che la ripresa rappresenta una corsa a ostacoli per le aziende. “L’accordo di questa notte tra Conferenza Stato-Regioni e Governo - precisa l’associazione di categoria - apre uno spiraglio importante, forse decisivo per uscire dall’incertezza che ha caratterizzato il tema delle riaperture fino ad oggi”.
Confesercenti evidenzia come il fattore più determinante sia quello di essere costretti a lavorare in condizioni antieconomiche. I titolari di bar, negozi e ristoranti sono infatti preoccupati dall'effetto delle linee guida sulle attività e temono di rimanere soffocati tra l’aumento dei costi di gestione e il prevedibile calo dei ricavi. "Sono preoccupati, inoltre, anche dal tema delle responsabilità legali.
Bisogna cambiare passo - conclude l'associazione di categoria -: servono linee guida applicabili e aiuti economici diretti alle imprese per sostenerle anche in questa delicata fase della ripartenza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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