Corte Ue: "Sì a bail in Ma valutare eccezioni"

Bocciato il ricorso della Slovenia sulle regole per il salvataggio bancario (bail in). Ma bisogna valutare le circostanze eccezionali

Corte Ue: "Sì a bail in Ma valutare eccezioni"

Il bail in non vìola le norme europee. Lo ha stabilito la Corte europea respingendo il ricorso della Slovenia sulle regole per il salvataggio bancario del dicembre 2013, che ha azzerato il valore delle quote dei soci degli istituti di credito e spazzato via 600 milioni di euro di debito subordinato.

La Corte Ue ha infatti stabilito che "la ripartizione degli oneri da parte di azionisti e creditori subordinati come prerequisito per l'autorizzazione da parte della Commissione a procedere ad aiuti di Stato per le banche con ammanchi non è contraria al diritto comunitario". Le perdite erano un prerequisito per poter evitare il salvataggio internazionale e iniettare 3,2 miliardi di euro di fondi pubblici nel sistema bancario.

L'esercizio del suo "potere discrezionale" sull'utilizzo degli aiuti di Stato per i salvataggi bancari, però, "non dispensa la Commissione dall'obbligo di esaminare le specifiche circostanze eccezionali che uno Stato membro invoca", aggiunge la sentenza, secondo cui gli Stati membri, sottolinea la Corte Ue, "conservano la facoltà di notificare" alla Commissione Ue "progetti di aiuto di Stato che non soddisfano i criteri previsti" dalla comunicazione dell'esecutivo di Bruxelles e "la Commissione può autorizzare progetti siffatti in circostanze eccezionali".

Il caso arrivato fino alla Corte Ue era stato innescato da un gruppo di obbligazionisti subordinati.

Era stata poi la Corte Costituzionale slovena a fare ricorso fino all'organismo Ue. A febbraio Nils Wahl, avvocato generale presso la Corte Ue, aveva sostenuto nel suo parere non vincolante che la Commissione Ue "gode di un ampio potere discrezionale nel valutare" la validità degli aiuti di Stato.

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