Ci si aspettava molto di più ma la guerra ha spiazzato tutti e ridimensionato i sogni di gloria del governo Draghi di alcune settimane fa: la riforma del Fisco è ben diversa dalle aspettative di crescita e sono stati ridotti i margini di manovra per gli aiuti a famiglie e imprese. È quanto esaminato dal premier Mario Draghi alla presenza dei ministri di Economia, Sviluppo e Infrastrutture per il Consiglio dei ministri di domani dove si dovrebbe approvare il nuovo piano.
Pil più basso delle stime
Invece del 4,7%, la guerra in Ucraina ha messo in ginocchio anche il Pil italiano la cui crescita per il 2022 sarà soltanto del 3%. L'obiettivo rimane sempre quello di frenare il debito pubblico ma, anche in questo caso, sarà inferiore alle stime precedenti rimamendo al di sopra di quota 150%. Anche il deficit non subirà grosse frenate non potendo scendere sotto il 5,6% come stimato in un primo momento a settembre 2021. Come ricorda il Corriere, bisognerà tenere conto del finanziamento per sostenere l’economia perché non basteranno le maggiori entrate dell'ultimo scorcio dell'anno scorso. Forti contrasti tra i partiti riguardano le spese militari e la riforma del Fisco contenute nel disegn della legge delega all’esame della commissione Finanze della Camera.
Cosa prevede la riforma del Fisco
Le novità delle ultime ore prevedono "un regime transitorio di tassazione fissa (ma senza indicare l’aliquota) per due anni per gli autonomi che superano il tetto attuale per l’applicazione della flat tax del 15%, cioè 65mila euro di ricavi". È stato stabilito che le spese socio sanitarie avranno precedenza sul cashback fiscale che prevede un rimborso del 19% al momento dell’acquisto. Lo scontro, però, sarà tutto sulla "riformulazione dell’articolo 2" che introduce, come soluzione momentanea, due aliquote sui redditi che derivano dall’impiego di capitale (mercato immobiliare compreso). Lega e Forza Italia si sono allarmate dopo aver saputo informalmente che le due aliquote stabilite dai decreti attuativi della delega sarebbero quelle del 15% e del 26%: quella del 26% "è uguale alla percentuale attualmente più elevata, ma, per esempio, i titoli di stato sono tassati al 12,5%, mentre la cedolare secca per i canoni concordati si ferma al 10%", si legge sul Corriere. Ecco perché il centro destra ha intenzione di far sentire la sua voce dopo quella sul catasto. Entrambe "immotivate",ha ribattuto il centrosinistra, secondo la discussione sui testi della lettera. Domani, certamente, ne sapremo di più.
Cedolare secca
Come abbiamo visto sul Giornale.it, l'introduzione di due nuove aliquote di tassazione potrebbe riguardare anche la cedolare secca che, così, potrebbe arrivare anche lei alla soglia del 23%. La cedolare secca è un regime facoltativo che riguarda il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile).
Inoltre, per i contratti con cedolare secca, non si pagheranno né l’imposta di registro e neanche l'imposta di bollo, ordinariamente dovute per registrazioni, risoluzioni e proroghe dei contratti di locazione. La cedolare secca non sostituisce l’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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