Alla nascita di UnipolSai manca ancora un mese ma il modello di business è deciso: il secondo gruppo assicurativo italiano dopo le Generali vuole una rete di vendita fortemente integrata con il web e «liberata» dalle mansioni (improduttive) tipiche del back office. Il passo, che richiama almeno in parte la filosofia con cui CheBanca! lavora nel settore del credito, dovrebbe essere illustrato oggi alle giunte agenti, riunite per una duegiorni a San Donato, alle porte di Milano.
Davanti ai cambiamenti in atto nel mercato delle polizze e all'avanzata delle compagnie dirette, UnipolSai chiederà alle sue agenzie di concentrarsi sui servizi e sulla nuova produzione così come è possibile che si studi un arredamento comune, come ulteriore tratto caratterizzante. Si tratterà comunque di un percorso in più tappe, che la squadra di manager guidata all'amministratore delegato Carlo Cimbri completerà in parallelo agli altri impegni fissati dal piano industriale.
Tutta la nuova realtà dovrà essere a regime entro il 2015: il calendario interno prevede in particolare per quest'anno l'unificazione del sistema operativo di Fonsai, che risale al 1980, con quello di Milano Assicurazioni. Nel 2014 scatterà, quindi, la migrazione di tutte le agenzie Fonsai sul software Unipol e in parallelo si completerà il passaggio dell'ispettorato sinistri.
L'altro pilastro commerciale della nuova UnipolSai sarà l'estensione, sempre entro il 2015, all'intera rete (e quindi anche agli «ex» Fonsai) del contratto agenti che la vecchia Unipol ha adottato lo scorso anno anche con l'obiettivo di mettere ordine nel portafoglio Danni.
L'accordo considera infatti il loss ratio di agenzie e la redditività, per premiare gli agenti più performanti: le commissioni variano tra il 10 e il 17 per cento. La grande pulizia è risultata utile anche in vista degli 1,7 miliardi di premi che Unipol deve cedere entro fine anno per rispettare le condizioni poste dall'Antitrust in cambio dell'ok alla fusione con il gruppo Fonsai. Cimbri sta tenendo le carte coperte, probabilmente anche per evitare che il capitolo cessioni (passeranno di mano sia il marchio Milano Assicurazioni sia buona parte dei suoi asset) si sovrapponga alle assemblee dei soci, che saranno chiamate entro fine ottobre a dire l'ultima parola sull'integrazione con l'ex gruppo Ligresti.
Il fatto stesso che Unipol abbia rinunciato al ricorso al Tar contro il diktat del Garante, lascia comunque pensare a molti osservatori che l'acquirente sia sostanzialmente stato individuato: in corsa c'è anche il gruppo di Warren Buffet.
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