Cambia tutto sulle tasse in busta paga

Il sistema di progressività lineare rappresenta un significativo punto di riferimento dal quale poter attingere per realizzare una rilevante riforma dell’Irpef

Cambia tutto sulle tasse in busta paga

Il primo a parlarne è stato l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, lo scorso anno, quando, per garantire progressività al sistema fiscale italiano, ha fatto riferimento al cosiddetto “modello tedesco”, definito anche come “sistema ad aliquote marginali continue”. Oggi, questo strumento torna di moda, in alternativa alla riduzione e rimodulazione delle aliquote Irpef. Ma cos’è il “modello tedesco”? Si tratta di un algoritmo che calcola l'aliquota "personalizzata" per ciascun contribuente in base alla dichiarazione dei redditi. Grazie a una App tutti potrebbero individuare la propria aliquota effettiva a partire dal reddito. Anche il modello tedesco prevede l'esenzione per chi guadagna meno di 9.168 euro l'anno e due scaglioni dal 14 al 24% e dal 24 al 42%.

Come riporta il quotidiano La Stampa, il modello esaminato dal Mef prende in considerazione le aliquote medie e non quelle marginali e, inoltre, nell'effettuare i calcoli mantiene il bonus di 100 euro fino alla soglia di 15.000 euro e fissa l'aliquota massima al 43%. Una volta introdotti una serie di correttivi per neutralizzare eventuali effetti penalizzanti per alcuni contribuenti, anche il modello tedesco arriva ad aggiustare la curva sui redditi tra 40 e 50 mila euro con un beneficio medio di 805 euro. Inoltre, costa 11 miliardi mentre porterebbe un aumento del Pil leggermente più alto del sistema a tre aliquote (0,754%) oltre a favorire l'occupazione dei lavoratori meno specializzati e con più basso livello di istruzione.

Il modello di progressività lineare, secondo diversi esponenti del governo, rappresenta un significativo punto di riferimento dal quale poter attingere per realizzare una rilevante riforma dell’Irpef, per rendere la nostra imposta personale sul reddito (oggi gravante particolarmente sui redditi da lavoro) più coerente con i princìpi costituzionali. È evidente la necessità di ripensare il sistema di imposizione reddituale in Italia nel suo complesso, modificando scaglioni di reddito e aliquote.

Infatti, l’attuale sistema risulta fortemente sproporzionato e iniquo, in quanto a fronte di un incremento di quattro punti percentuali dal primo scaglione dell’Irpef al secondo, di tre punti dal terzo al quarto e di soli due punti tra questo e il successivo, l’aumento tra la seconda classe di contribuenti e la terza è di ben undici punti percentuali e colpisce prevalentemente ceto medio e redditi da lavoro.

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