"I dazi di Trump sulla Cina sono illegali"

Il Wto entra a gamba tesa nella guerra commerciale Usa

"I dazi di Trump sulla Cina sono illegali"

«Dazi illegali». Con parole inequivocabili, l'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) ha condannato ieri le pratiche con cui gli Stati Uniti hanno adottato, a partire dalla primavera 2018, tariffe punitive per 550 miliardi di dollari contro la Cina. Ginevra smonta così l'impianto difensivo di Washington, convinta di aver agito nel giusto per difendere dal saccheggio il proprio patrimonio tecnologico, intellettuale e innovativo, ma rischia di aprire un fronte caldo con l'America e, soprattutto, di alimentare i contrasti fra le due super-potenze.

Donald Trump (in foto) ha sempre visto come il fumo negli occhi la Wto. Non esitando ad accusarla di fare gli interessi di tutti tranne che degli Usa e minacciando di uscire dall'organizzazione. Forse questo sarà il casus belli necessario per sbattere la porta. Il protezionismo trumpiano, uno dei pilastri dell'«America Great Again», mal si coniuga del resto con chi dovrebbe basare le proprie regole sui principi del libero mercato. Eppure, c'è chi fa osservare come la sentenza avversa agli Usa non sia basata su questi valori né sul fatto di aver usato come grimaldello una legge risalente ai tempi di Nixon, ma corrisponda a una precisa scelta di campo a favore di Cina ed Europa. Di sicuro, il verdetto emesso da una giuria di tre esperti arriva in un momento in cui il miglioramento delle relazioni commerciali fra Pechino e Washington, avvenuto nella videoconferenza di tre settimane fa, lasciava aperta la porta a un consolidamento degli accordi della cosiddetta Fase Uno. E, quindi, alla rimozione dei dazi. Ora tutto viene rimesso in discussione.

Il Dragone si è subito schierato: «La Cina apprezza la decisione obiettiva ed equa» della Wto e «auspica che gli Stati Uniti rispettino pienamente le decisioni del gruppo di esperti e il sistema commerciale multilaterale». Washington, per bocca del rappresentante al Commercio Robert Lighthizer, ha invece definito l'organismo di Ginevra del «tutto inadeguato», bisognoso di una riforma e rimarcato come il pronunciamento non avrà effetti sulla Fase Uno. Difficile credergli. In attesa che The Donald si pronunci, si profila il rischio di una ripresa delle ostilità. Benché proprio ieri abbia deciso di prorogare di un anno le esenzioni dall'aumento delle tariffe doganali su alcune merci statunitensi, l'ex Impero Celeste può ora imporre misure di ritorsione contro il rivale.

Al tempo stesso si è creata una situazione paradossale.

L'America ha 60 giorni di tempo per presentare ricorso contro la sentenza, ma non può appellarsi. L'attività dei giudici della Corte è infatti congelata dopo il rifiuto americano di accettare nuovi membri all'interno della Wto.

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