L'allarme della Banca d'Italia: "Introvabili 5 e 10 euro al bancomat"

Banconote da 10 e 5 euro sono diventate introvabili nei bancomat. L’allarme arriva da Banca d’Italia

L'allarme della Banca d'Italia: "Introvabili 5 e 10 euro al bancomat"

Banconote da 10 e 5 euro sono diventate introvabili nei bancomat. L’allarme arriva da Banca d’Italia che è più volte intervenuta con una moral suasion, tramite l’Abi, perché gli istituti di credito distribuiscano più banconote di piccolo taglio e in particolare i dieci euro. Secondo gli esperti, a dissuadere gli istituti bancari a inserire banconote di piccolo credito sono in particolare i costi delle operazioni di ricarica degli Atm. La conferma della situazione arriva degli esperti della Banca d'Italia: le banche alimentano gli Atm in misura crescente mediante banconote da 50 e 20. La quota di 10 euro è contenuta, spiegano da Palazzo Koch. Tuttavia si precisa che le banche sono libere di stabilire il mix di biglietti con cui alimentare gli Atm sempre compatibilmente con i vincoli tecnici derivanti dagli stessi bancomat, per esempio il numero dei cassetti. Nelle decisioni relative al taglio delle banconote pesano in particolare i costi delle operazioni di ricarica degli Atm, sottolineano gli esperti dell'istituto centrale.

Bankitalia non ha il potere di imporre alle banche il mix di tagli da erogare e deve pertanto fondare la sua azione su forme di 'moral suasion'. E in effetti via Nazionale ha in più occasioni invitato il sistema bancario, tramite l'Abi, ad assicurare una più ampia distribuzione delle banconote da 10 e da 5 euro. Per motivi di costo, le banche tendono a limitare il proprio coinvolgimento nell'erogazione e nell'introito di monete. Di fatto la tendenza è quella ad incentivare i pagamenti elettronici come spiega Nicola Cicala, economista che collabora con Fisac Cgil, il sindacato dei bancari. "In prospettiva sarebbe una pratica conveniente per le banche, per lo Stato e anche per gli esercenti, qualora il costo a loro carico della transazione fosse ridotto", afferma.

Alle banche converrebbe perché "aumentando i volumi dei pagamenti elettronici aumenterebbero i loro guadagni riducendo i costi della gestione del contante. Quanto allo Stato si assicurerebbe maggiore trasparenza dei pagamenti", conclude Cicala.

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