Prove di distensione tra Mediaset e Vivendi. Ieri il cda della società guidata da Pier Silvio Berlusconi ha cancellato il voto maggiorato ma non ha abbandonato la volontà di trasferire la sede legale in Olanda, progetto annullato un anno fa insieme all'operazione MediaForEurope (Mfe) dopo i continui ricorsi dell'ingombrante socio Vivendi che ha il 29,9% del capitale mentre Fininvest controlla circa il 44%. Sul primo punto, il cda, «al fine di evitare ulteriori contenziosi e auspicabilmente ristabilire un dialogo costruttivo con tutti gli azionisti», ha deliberato all'unanimità di convocare l'assemblea straordinaria il 27 maggio prossimo per deliberare sull'abrogazione dell'articolo 7 dello statuto, quello che prevede la maggiorazione di voto. In questo caso, con la partecipazione di Vivendi con tutti i suoi diritti di voto all'assemblea, è facile prevedere che la proposta sarà bocciata. Inoltre il cda ha deliberato all'unanimità di sottoporre agli azionisti, con assemblea il 23 giugno prossimo, «la proposta di trasferire la sede legale della società ad Amsterdam, Olanda con l'adozione di un nuovo statuto conforme al diritto olandese». Su questo punto tutti in cda, compresi i rappresentanti dei fondi (che avevano votato contro al progetto Mfe), sono d'accordo e dunque se Vivendi vorrà bocciare la proposta dovrà spiegarne il motivo. Resta inteso che Mediaset resterà quotata in Piazza Affari e che «in Italia rimarrà anche la sede effettiva nonchè la residenza fiscale della società». Gli azionisti che non voteranno a favore del trasferimento, se la relativa delibera sarà approvata, avranno il diritto di recesso ricevendo 2,181 euro per azione. Insomma Mediaset ripropone la strategia di trasferimento in Olanda per essere più competitiva a livello internazionale rispetto alle pay tv via Internet, come Netflix, Amazon o Disney che hanno messo il mercato sotto pressione. Dopo quasi cinque anni di guerre legali in diversi tribunali europei appianare le divergenze con Vivendi non sarà semplice, ma il Biscione ci prova.
Quanto ai conti, Mediaset ha chiuso il primo trimestre con ricavi pubblicitari in crescita del 6,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Lo si legge in una nota del cda della sua concessionaria, Publitalia '80 che rimarca «un mercato fortemente condizionato dall'emergenza sanitaria». L'anno del Covid si è chiuso con ricavi a 2,6 miliardi rispetto ai 2,9 miliardi del 2019.
Dati che risentono degli effetti della flessione della pubblicità in Italia e in Spagna, mercati dove Mediaset è presente, ma anche di un diverso perimetro del gruppo. Dopo il taglio dei costi l'utile netto è stato di 139,3 milioni rispetto ai 190,3 del 2019. Il Biscione (+0,60% il titolo in Borsa) ha deciso di non distribuire il dividendo.
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