Vincent Bollorè e Arnauld De Puyfontaine, patron e ad di Vivendi, cambiano idea e non si faranno interrogare dalla procura di Milano. I due sono accusati di manipolazione del mercato e di ostacolo alla vigilanza nell'ambito dell'inchiesta, chiusa lo scorso dicembre, sulla scalata «ostile» di Vivendi a Mediaset. L'avvocato dei manager presenterà una memoria difensiva dato che loro, in 4 mesi, non hanno trovato spazio nelle agende per farsi interrogare dai giudici. Dopo l'esame della memoria il pubblico ministero dovrebbe tirare le somme in vista della probabile richiesta di rinvio a giudizio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'imprenditore e l'ad avrebbero diffuso informazioni «strumentali» facendo credere «che il mancato adempimento del contratto» dell'8 aprile 2016 «fosse imputabile a una scorretta rappresentazione, da parte di Mediaset, della situazione economico-finanziaria della pay tv Premium, mentre non è stata uesta la causa del mancato acquisto della stessa da parte di Vivendi. «La scorretta informativa al mercato sarebbe stata concretamente idonea a provocare una sensibile alterazione al ribasso delle azioni Mediaset». Consentendo a Vivendi di portare avanti la sua scalata ostile. Sempre presso il tribunale milanese sono attese nei prossimi giorni le conclusioni dei giudici circa la causa civile sul risarcimento da 3 miliardi chiesto da Mediaset a Vivendi, per il mancato acquisto della pay-tv Premium. Una situazione complicata dato che Mediaset si trova ora con un ingombrante socio che ha il 29,9% del capitale con cui è in guerra perenne.
Ieri il direttore finanziario Marco Giordani in una intervista a The Voice of Business ha detto che «se ci fosse un buon progetto con Vivendi sarebbe meglio farlo». Giordani ha spiegato che la questione Vivendi è nelle mani dei legali e che, in generale, il settore dei media deve trovare il modo di consolidarsi. «Probabilmente ci sono partner che sono più complementari a noi rispetto a Vivendi - ha detto- noi siamo una tv generalista, mentre Vivendi è una pay-tv, ma non escludo nulla».
Il direttore finanziario ha anche aggiunto che il trimestre sarà positivo.
«Nel primo trimestre dell'anno scorso - ha detto - i ricavi erano scesi dell'11% rispetto al 2019, ora abbiamo recuperato e siamo vicini a livelli pre-covid ma con costi di esercizio più bassi». Quanto a Prosiebensat Mediaset aspetta il rinnovo del Supervisory Board nel 2022 per giocare le proprie carte come primo azionista del gruppo tedesco.
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