Cominciamo bene. Se il buongiorno si vede dal mattino, quanto accaduto sabato sera in Piazzetta Cuccia è l'esatta misura della considerazione che i vertici rinnovati di Mediobanca hanno degli unici due consiglieri realmente indipendenti, Sandro Panizza e Sabrina Pucci, entrati nel cda in rappresentanza del 32% del capitale dell'istituto.
Il fatto. Come di consueto dopo ogni assemblea dei soci chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione, i candidati promossi si riuniscono per nominare come primo atto il presidente e l'ad. Così nel tardo pomeriggio Renato Pagliaro ha invitato a un incontro informale tutti gli eletti per decretare la sua nomina a presidente e quella di Alberto Nagel ad amministratore delegato. Prassi vuole che poiché il presidente uscente non avrebbe titolo per convocare il nuovo consiglio, il tutto venga regolarizzato con il voto unanime degli amministratori a fine riunione. Ma così non è stato, perché prima di accettare l'invito, Panizza e Pucci hanno chiesto a Pagliaro di conoscere, come loro obbligo, il motivo ufficiale e la documentazione relativa. Per tutta risposta Pagliaro, che ricordiamo è l'unico presidente non indipendente alla testa di una banca, ha spiegato che non c'era bisogno di carte perché «in Mediobanca siamo abituati così». Sicché Panizza e Pucci hanno preferito declinare l'invito suggerendo a Pagliaro di convocare una plenaria del cda a inizio della prossima settimana per procedere alle nomine nel rispetto delle regole e con la necessaria informativa. Breve consulto tra Pagliaro e Nagel e poi, per dirla con uno slang assai diffuso nei dintorni di Piazzetta Cuccia, i due se ne sono bellamente fregati, decidendo di procedere ugualmente alla convocazione dei 10 consiglieri della lista del cda (in rappresentanza del 40% del capitale) per così formalizzare «a maggioranza» le loro nomine e rinviare a un successivo consiglio il perfezionamento delle delibere. È legittimo tutto ciò? La parola ai legali che ne sanno più di noi, e che potranno meglio valutare la nota ufficiale diffusa nella serata a nome dell'intero cda.
Per parte nostra rileviamo che gli impegni assunti da Nagel di fronte all'assemblea dei soci quanto alla volontà di condivisione delle decisioni con l'azionista Delfin, «contenti del suo contributo» (parole testuali), sono evaporati in meno di tre ore.
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