Rublo in picchiata e code ai bancomat: cosa succede sui Mercati

Inizio settimana negativa per le borse europee. Volano i prezzi di gas e grano. E la moneta russa affonda.

Rublo in picchiata e code ai bancomat: cosa succede sui Mercati

La settimana delle borse europee inizia con grande nervosismo e tensione. In negativo, alle ore 10, tutti i principali mercati europei a poco più di un'ora dall'apertura: il Ftse-Mib perde il 2,75%, vanificando parte dei guadagni di venerdì nel giorno del rimbalzo, mentre sono a terra anche Francoforte (-2,50%) e Parigi (-2,97%). Più contenuta la perdita di Madrid, all'1,5%.

Il ribasso a Milano è trainato dai bancari (perdite oltre il 6%) e dai finanziari (oltre il 5%) oltre che dalle aziende maggiormente esposte verso la Russia. Unicredit, Intesa e Pirelli erano alle ore 10 le maglie nere di Piazza Affari, scontando sia l'elevata esposizione di mercato che le minacce finanziarie di un'esclusione di Mosca dal sistema di pagamenti Swift ventilata nel fine settimana. Il rialzo più significativo, con un +15% alle 10, è invece per il campione italiano della Difesa, Leonardo, al +15% dopo l'annuncio della commessa Eurodrone.

Mentre si aspetta Wall Street notiamo come i listini europei si sono mossi sulla scia dei mercati asiatici che hanno chiuso contrastati ma, in particolar modo, hanno segnato un ulteriore trend della giornata: il tracollo del rublo nei mercati offshore. In apertura, oggi, le borse europee hanno preso atto di una svolta che ha visto la divisa russa tracollare del 30% e sia l'euro che il dollaro sono arrivati al massimo cambio con la moneta di Mosca, espressione di un'economia sotto assedio da tempo. Va ricordato che in sei mesi il Moscow Exchange ha perso il 45,85% del suo valore, in un anno il passivo è del 37,85%, mentre nell'ultima settimana lo schianto del rublo l’ha portato a valori peggiori dei tempi di inizio pandemia, spingendo la Banca centrale russa a un'operazione di innalzamento dei tassi di interesse, raddoppiati al 20% che ha ulteriormente affossato la moneta nazionale nei confronti della valuta estera. E così l'euro, che venerdì in chiusura valeva 94,23 rubli, alle 10 di oggi aveva un cambio di 120,19 a 1. Un rafforzamento del 22,6% che ha del clamoroso e segnala come Mosca sia in acuta difficoltà. Per quanto riguarda il dollaro, esso è passato dal valere 83,53 rubli a 107,54 (+21,1%). Non a caso a Mosca, San Pietroburgo e nelle altre principali città si registrano da qualche giorno lunghe code agli sportelli dei bancomat, in cerca di rubli ma soprattutto di dollari e altri asset in valuta estera pregiata. Tutto questo mentre le filiali slovene e croate di Sberbank potrebbero essere le prime banche russe a dichiarare fallimento per le sanzioni. Mosca oggi non scambierà asset sui suoi mercati.

Le sanzioni occidentali, il paventato progetto di esclusione della Russia da Swift, il clima di incertezza generale, il blocco dei commerci e le notizie riguardanti la guerra hanno inoltre prodotto anche un effetto concreto sulle materie prime. Linkiesta ad apertura dei listini segnalava il boom del "prezzo del gas in Europa, salito del 35,72% nella Borsa di Amsterdam e del 25,32% in quella di Londra. Anche il prezzo del grano è in aumento dell’8,7% sui mercati internazionali. Aumenta anche il prezzo della soia (+3.

9%) e mais (+5%)", nel quadro di un rafforzamento del valore delle commodities che prevede di creare un'ulteriore crescita della spirale inflazionistica. A testimonianza di come la crisi impatti a livello globale anche con conseguenze economiche che si faranno sentire nelle prossime settimane.

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