Milano capitale mondiale dell’industria chimico-farmaceutica con CPhI Worldwide 2021, la più importante fiera internazionale itinerante della supply chain di settore organizzata da Informa, che è in corso fino all’11 novembre con quasi 800 espositori nei provenienti da 170 Paesi, di cui il 20% italiani, nei padiglioni di Fiera Milano a Rho ed è tornata nel capoluogo lombardo dopo l’edizione del 2007.
E ancora una volta fiera subito affollata all’apertura dei cancelli a sottolineare una ripartenza reale che da settembre si è consolidata e in questa occasione assume un’importanza maggiore tenendo conto che CPhI Worldwide è una manifestazione business-to-business di assoluto peso internazionale con l’80 per cento dei visitatori che proviene dall’estero.
“Sono numeri importanti, dimostrano che il business fieristico e congressuale in presenza è fondamentale per la ripartenza dell'economia di Milano, della Lombardia e dell’Italia - commenta al taglio del nastro inaugurale Luca Palermo, amministratore delegato e direttore generale di Fiera Milano-. Devo dire che vedere questa mattina la quantità dei visitatori che entrano nei padiglioni dimostra quanto ci sia bisogno di fiere, quanto alti siano l’ interesse e la voglia di partecipare. Essere riusciti a ffare il CPhI Worldwide quest’anno è un motivo di grande soddisfazione, anche per il nostro posizionamento internazionale”. E Luca Palermo guarda al futuro: “Avere Milano come hub europeo della farmaceutica è una delle nostre ambizioni, questo è solo l’inizio e abbiamo l’idea che una manifestazione sulle Scienze della vita debba e possa avere qui una sua casa naturale”.
“L’immagine è quella di una manifestazione che richiama le presenza registrate prima della pandemia, anche perché qui le visite avvengono in piena sicurezza grazie al green pass e agli hub per i tamponi in entrata e questo permette di ospitare grandi flussi - aggiunge Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano -. Questo di oggi è un rosultato straordinario considerando nonostante la frenata del mercato del Sud Est Asiatico a causa delle restrizioni in atto nei vari Paesi. Milano conferma la sua forte attrattività anche per questo settore industriale strategico per il Paese in cui la Lombardia ha un ruolo di primo piano: lo era prima della pandemia e lo è ancor di più adesso”. Pazzali ricorda a questo proposito l’impegno della Fondazione nella lotta al Covid: “È stato tantissimo con l’ospedale e con i centri vaccinali, è stato un dovere da parte nostra e l’abbiamo fatto impegno, grande passione e grande emozione”.
“Sono orgogliosa che questo evento mondiale si tenga a Milano - sottolinea Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia -. Negli stand si scopre un mondo fatto di innovazione continua, di ricerca da parte delle aziende farmaceutiche che investono e guardano avanti. Basta guardare quanto è stato importante arrivare in pochi mesi a un vaccino che ci sta aiutando a contenere l’epidemia di Covid-19. Anche per le farmacie l’innovazione è fondamentale perché possano continuare a avere un ruolo chiave di prevenzione e aiuto ai cittadini. In questi mesi difficili hanno dato prova di essere il primo presidio sanitario sul territorio. Non abbiamo avuto paura, ci siamo mossi fin dal primo momento, anche a far capire purtroppo cosa significava entrare in un’epidemia mondiale: distanziamento sociale, mascherine, gel, ricetta elettronica e servizi importanti come i tamponi per avvivare alle vaccinazioni per il Covid a cui adesso si aggiungono quelle antiinfluenzali.
Al CPhl Worldwide le imprese produttrici di principi attivi farmaceutici (Api - Active pharmaceutical Ingredients) rappresentati in Italia da Aschimfarma, associazione di settore di Federchimica, hanno un ruolo determinante, come spiega il presidente Paolo Russolo: “L'Italia è da molti anni il primo paese europeo seguito da Spagna e Germania sia per fatturato, sia per numero di imprese con 72 aziende e 109 siti produttivi per 12.000 addetti". Che nel 2020 hanno sfiorato 4,8 miliardi di fatturato, circa il 10% della produzione mondiale, con una crescita del 14% rispetto al 2018 e una quota export pari all'86%.
"Le Aziende di Api che operano in Italia hanno prontamente reagito alla carenza di molti principi attivi che provenivano dai produttori asiatici - prosegue Russolo - e hanno garantito non solo la produzione di farmaci per le terapie contro la pandemia di Covid-19 per uso ospedaliero, ma soprattutto la continuità terapeutica per tutti quei pazienti affetti da malattie croniche: ipertensione, diabete, terapie per il dolore. Negli anni abbiamo dimostrato di aver saputo combattere e resistere alla competizione asiatica, basata esclusivamente sui prezzi, offrendo prodotti sempre di maggior qualità nel rispetto totale di tutte le norme previste e a garanzia della salute del cittadino".
Alta capacità e specificità produttiva - oltre l'85% di tutte le molecole presenti sul mercato, tranne i farmaci biologici - personale altamente specializzato e consistenti investimenti in Ricerca & Sviluppo - 3% fatturato -, con continua ricerca di processi produttivi innovativi tecnologici e di sintesi, in grado di ridurre gli impatti ambientali “sono un impegno che le imprese di Aschimfarma “confermano, pronte a dare il loro contributo per rendere la filiera del farmaco in Italia e in Europa sempre più robusta, sicura ed efficiente a salvaguardia della salute dei cittadini”.
Ma per poter competere a parità di condizione, è indispensabile una "armonizzazione del sistema qualità e regolatorio sia a livello europeo che a livello extra-Eu”, ribadisce Russolo. "Confidiamo che il positivo trend di mercato di questi ultimi anni potrà confermarsi, anche quando l'emergenza sanitaria sarà finalmente passata.
a garanzia della nostra competitività ma soprattutto della qualità del farmaco. La salute è un investimento, non un costo: la priorità deve essere sempre tutelarla, ai massimi livelli”, conclude il presidente di Aschmifarma..- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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