Moody's accende un faro su quindici banche italiane

Ridotti gli outlook e pagelle a rischio. E l'Abi chiede di rafforzare il "Cura Italia". Declassati altri 5 Paesi

Moody's accende un faro su quindici banche italiane

La pandemia costerà lacrime e sangue al sistema bancario italiano. A dirlo è l'agenzia di rating Moody's che ha tagliato da «stabile» a «negativo» lo scenario di riferimento (outlook) per i sistemi creditizi di Italia, Francia, Spagna, Danimarca, Olanda e Belgio e confermato a «negative» le prospettive per quelli inglesi e tedeschi. Il blocco di gran parte delle attività produttive e la frenata dei consumi porteranno a una contrazione dell'economia almeno fino a giugno e, scrive Moody's, nonostante gli aiuti adottati, è improbabile che una simile perdita di produzione sia completamente recuperata. Crescerà, quindi, il peso dei crediti insoluti e, parallelamente, gli istituti di credito saranno chiamati ad aumentare gli accantonamenti riducendo così le prospettive di redditività.

Le banche - tramite l'Abi - hanno comunque già chiesto modifiche al decreto Cura Italia «per poter svolgere pienamente il loro ruolo di supporto all'economia». Tra le richieste, rendere la garanzia dello stato un elemento di mitigazione del rischio ed estenderla alle mid-cap (fino a 499 dipendenti).

Tornando a Moody's nel panorama italiano si «salva» Unicredit per cui le prospettive di sviluppo rimangono «stabili» grazie alla sua presenza paneuropea. Nel limbo Mps su cui le prospettive passano da «positive» a «developing», ovvero in fase di sviluppo. La scure si abbatte invece su 12 istituti di credito che potrebbero risentire del rischio di un allargamento dello spread e della brusca contrazione dell'economia (l'agenzia si attende un -4,5% del Pil nel primo e nel secondo trimestre) e quindi del deterioramento della qualità degli attivi, della probabile diminuzione della patrimonializzazione, dell'aumento delle sofferenze, della maggiore difficoltà nell'accesso al mercato dei finanziati conseguente all'elevata volatilità «nonostante le misure aggressive varate dalla Bce per assicurare ampia volatilità». Più in dettaglio, l'agenzia di rating ha abbassato da «stabile» a «negativo» le prospettive sui rating dei depositi a lungo termine di Mediocredito Trentino-Alto Adige, Bper, Banco Bpm e Credito Emiliano e sul rating dei debiti senior unsecured di Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Bper, Credito Valtellinese e Mediobanca. Sotto osservazione per un possibile taglio infine le valutazioni di Banca Sella, Cassa Centrale Raiffeisen, Credit Agricole Italia e Cassa Centrale Banca. Mercoledì era stata Fitch a mettere sotto esame 14 banche italiane per il rischio che i profili di credito siano «rivolti al ribasso».

Il Financial Times si chiede già se il sistema bancario italiano sia in grado di reggere l'urto del Covid 19, ventilando una possibile spirale catastrofica visto il doppio legame degli istituti con un paese fortemente indebito (le emissioni sono detenute in gran parte dalle banche) e in recessione.

In

Piazza Affari le banche hanno chiuso contrastate: Unicredit (-1,5% a 8,3 euro), Bper (-1,9% a 2,9 euro), Intesa Sanpaolo (+0,9% a 1,6 euro), Banco Bpm (+1,4% a 1,32 euro), Creval (+2,2% a 0,05 euro) e Mps (+3,5% a 1,16 euro).

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